24 Mag 2022

Mail hosting: come scegliere quello giusto

Scegliere un servizio di hosting per il tuo business potrebbe essere un’impresa più difficile e confusionaria di quanto non sembri.
Una delle ragioni principali è che non esiste un servizio di hosting per posta elettronica che sia assolutamente superiore a tutti gli altri.
Invece ci sono mail hosting di qualità che offrono servizi di diverso tipo, perciò la scelta del più adatto dipende soprattutto dalle necessità della tua impresa.

In questo articolo ti guideremo nel trovare un servizio di mail hosting che soddisfi pienamente le esigenze della tua impresa.

Considerazioni prima di scegliere

Tutti coloro che cercano un servizio di mail hosting professionale si aspettano non solo di poter inviare e ricevere posta elettronica ma di farlo anche in maniera affidabile, veloce, ben organizzata e senza spam.

Mentre queste caratteristiche vengono offerte da ciascun mail hosting presente nel web, ci sono delle ulteriori considerazioni da fare prima di procedere all’acquisto.

Prezzo. Per decidere sul prezzo sarà probabilmente partire da un budget, oppure per chi non ha un budget prestabilito, potrebbe essere una buona cosa stabilire quanto traffico di email dovranno inviare e ricevere, se sull’ordine delle centinaia, migliaia o milioni e scegliere un pacchetto proporzionato, perché molti gestori di email hosting stabiliscono un prezzo in base al volume di posta elettronica che si vorrà gestire.

Protezione spam. Un requisito fondamentale è la protezione dallo spam perché con questa funzionalità non riceverai spam e messaggi indesiderati nella tua casella di posta.

Backup. Un’altra caratteristica importante che tutti i mail hosting dovrebbero fornire, è il backup di tutte le tue e-mail, questa funzione è davvero molto importante, perché a volte potresti per errore eliminare tutti i messaggi importanti dalla tua casella di posta e se hai un sistema di backup puoi riprendere il tuo lavoro senza alcuna difficoltà o preoccupandoti della perdita di dati e messaggi.

Supporto tecnico. Per molti il supporto tecnico offerto ai clienti è un valore aggiunto da considerare al momento dell’acquisto.
Coloro, invece, che hanno dimestichezza nell’informatica preferiscono risparmiare qualcosa sul supporto tecnico e arrangiarsi nel caso.
In qualsiasi caso, un buon supporto clienti comporta una ulteriore spesa.

Strumenti aggiuntivi. Molti servizi di mail hosting offrono applicazioni che vanno a completare quello che è il semplice servizio di email, ad esempio calendari, creazione, archiviazione e condivisione di file.
Per capire se si ha bisogno di uno di questi strumenti aggiuntivi è bene esaminare il proprio processo produttivo e valutare se questo tipo di integrazioni potrebbero tornare utili o se sarebbero inutilizzate.

Affidabilità. Non solo un mail hosting dovrà consegnare e farti ricevere tutte le tue email senza perderne nemmeno una, ma dovrà farlo senza interruzioni del servizio e ritardi.

Facilità d’uso. Oltre al lato tecnico del servizio di mail hosting sarà bene anche considerare la facilità di uso della casella postale.
Ad esempio ti potresti chiedere: L’interfaccia è facile da usare? È tutto ordinato e di facile accesso? Oppure ci sono delle configurazioni importanti che non sono facilmente accessibili? Vengono messe a mia disposizione tutte le informazioni che mi interessa vedere nelle mie email (allegati, oggetto della mail e via dicendo?

Sicurezza. La protezione del contenuto delle email è considerata una delle principali preoccupazioni per molte organizzazioni. Le aziende che hanno riscontrato perdite di dati a causa di hacker hanno avuto molti problemi finanziari. Ad esempio, nel 2014, un gruppo di hacker ha fatto trapelare dei dati rubati da Sony Pictures, comprese importanti e-mail. A causa di ciò, l’azienda ha dovuto pagare 8 milioni di dollari ai suoi dipendenti per i danni causati dall’hacking dei computer dell’azienda.

 

Conclusioni

Per quanto sia uno dei fattori di maggiore rilievo, il prezzo non è l’unico fattore da considerare nella scelta di un servizio di mail hosting.
Molto dipenderà dal tipo di servizio che vorrai ricevere.
Chi sente di poter rinunciare ad un servizio clienti prioritario e di potersi affidare alle proprie competenze tecniche per risolvere i problemi più semplici della gestione di un mai hosting potrà risparmiare su questi aspetti.
Lo stesso vale per applicazioni aggiuntive e strumenti per la produttività come calendari, spazio di archiviazione e creazione di file.

Una cosa sulla quale invece proprio non si può risparmiare è la sicurezza.
Non solo un mail hosting deve garantire che ogni mail venga recapitata ma anche che i contenuti della tua posta elettronica siano inaccessibili a chi non è autorizzato a leggerla.
Un buon servizio di mail hosting avrà una conseguenza positiva sulla reputazione della tua impresa.
I tuoi clienti e le parti interessate devono avere fiducia nell’integrità della tua attività. Questo perché ti stanno affidando informazioni riservate come indirizzi e-mail, nomi e persino informazioni finanziarie.
I proprietari di piccole imprese dovrebbero cercare host di posta elettronica che offrano strumenti avanzati di protezione delle informazioni. In particolare, dovrebbero essere disponibili funzionalità integrate come funzionalità anti-malware, anti-spam, sicurezza dei dati sensibili e prevenzione della perdita di dati.

Mail Hosting di WebHosting 24

Trovare il servizio di mail hosting più adatto alle esigenze della propria impresa può non essere così facile; in parte a causa della quantità di servizi disponibili e le differenze nei prezzi che creano confusione lasciando più domande che risposte.
Non tutti i piani di mail hosting sono uguali e non tutti riescono a garantire le stesse funzioni, come hai visto in questo articolo.
Occorre perciò capire di che tipo di hosting hai bisogno basandosi ad esempio sul volume di posta scambiata, il flusso della tua produttività e la facilità d’uso dell’interfaccia.

Qualsiasi siano le tue esigenze e quelle della tua impresa, WebHosting24 saprà soddisfare pienamente le tue richieste ed offrirti un servizio di mail hosting affidabile, sicuro, veloce, completo ed economico.
Infatti ciascuno dei piani di mail hosting di WebHosting24 ti offrirà la possibilità di creare calendari, gestire i tuoi contatti, l’uso di webmail assieme alla sicurezza di Barracuda Email Security Getaway.
Tutto questo in soluzioni su misura partendo da meno di un euro al mese, includendo 10 account con 2 GB di spazio per account e senza alcuna ad.


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18 Mag 2022

Hosting reseller: 6 vantaggi

A mano a mano che la tua azienda cresce ed afferma la sua presenza nel web ti potresti chiedere qual’è il modo migliore per gestire un numero di clienti costantemente in crescita.

Ci sono vari modi per gestire i propri clienti ed oggi ti parleremo di come il ruolo di hosting reseller. Lo chiameremo rivenditore di servizi hosting da qui in poi, ti può aiutare a fare proprio questo.

In questo articolo ti spiegheremo che cos’è un rivenditore di servizi hosting. Oltre che come funziona ed alcuni dei maggiori vantaggi che questo metodo di lavoro può portare alla tua azienda.

 

Che cos’è?

Con il termine rivenditore di servizi hosting ci riferiamo ad una forma di hosting di siti web in cui il proprietario dell’account ha la possibilità di utilizzare lo spazio su disco rigido e la larghezza di banda a lui assegnati per ospitare siti web per conto di terzi. Il rivenditore acquista i servizi dell’host “all’ingrosso” e poi li vende ai clienti.

Un rivenditore appare ai suoi clienti finali come una vera e propria società di web hosting. Essendo in grado di offrire a ciascuno un account autonomo con il relativo pannello di controllo.

Questo tipo di servizio presenta molte similitudini con l’hosting condiviso, in cui più siti vengono ospitati sullo stesso server.

 

Come funziona?

Potrebbe suonare complicato ed invece è una procedura molto semplice grazie anche al fatto che molti host offrono pacchetti per rivenditori di servizi hosting.

Per fare un esempio, immagina che un’agenzia web abbia una decina di clienti ai quali offre servizi di web design, di SEO e online marketing.
Per poter offrire una maggiore uniformità dei servizi a tutti i propri clienti e renderli più facilmente gestibili, l’agenzia potrebbe decidere di trasferirli tutti su di un server ed è a questo punto che entrano in gioco i pacchetti per rivenditori.

L’agenzia può ottenere dal proprio host un pacchetto apposito per questo scopo. Oltre che rivendere il servizio di hosting provveduto, solitamente ad un prezzo più alto, ai propri clienti assieme a tutti gli altri servizi che già fornisce.

Agenzie web, esperti di SEO, designers ed altri liberi professionisti si avvalgono spesso di questo metodo perché permette di gestire meglio i propri clienti ed offrire una costanza nella qualità dei servizi offerti come tra poco ti spiegheremo più in dettaglio.

 

6 vantaggi dei pacchetti per rivenditori

Rivendere servizi di hosting è un modello di business efficace e crea un reddito passivo. Inoltre, presenta altri vantaggi semplificando la parte tecnologica del tuo lavoro.

Facilità di gestione
Essendo una compagnia di hosting ben affermata ad offrire il pacchetto per rivenditori, tutti gli aggiornamenti e software di sicurezza dei server saranno provveduti, installati e mantenuti dalla compagnia stessa, senza richiedere alcun intervento da parte di chi rivende il servizio di hosting né dell’utente finale.

Così facendo, il rivenditore lascia la parte tecnica dell’intero processo nelle mani di esperti che si occuperanno di offrire il miglior servizio di hosting possibile, lasciando a te il tempo e le risorse per pensare solamente al tuo lavoro.

Ai tuoi clienti invece verrà reso disponibile un cPanel che permetterà loro di gestire le funzioni base del loro sito.

Costi bassi e facilmente prevedibili
Pensa che il pacchetto per rivenditori base di WebHosting24 costa solamente 10€ al mese!
Non solo è questo un costo irrisorio ma è anche facile da recuperare perché, tornando all’esempio fatto prima, se un’azienda avesse 10 clienti sarebbe sufficiente fatturare 1€ al mese per ciascun cliente per coprire totalmente le spese di hosting.

Reddito stabile e passivo
Stando a quanto precedentemente detto riguardo ai costi è facile intuire che la possibilità di crescita del reddito è ampiamente modulabile.
Infatti se un web designer si occupasse solo di creare ed aggiornare una volta ogni tanto i siti dei suoi clienti, difficilmente riuscirebbe a creare un reddito stabile nel corso del tempo.
Ben diversa è la situazione per chi oltre a creare siti rivende anche pacchetti di hosting.

Tornando al nostro esempio, se un’agenzia web, oltre a creare siti per 10 clienti che hanno circa 500 visite al mese, decidesse di provvedere anche servizi di hosting e qualche aggiornamento di WordPress. Potrebbe farsi pagare tra 20 e 50€ al mese a cliente, creando così un reddito stabile nel corso del tempo.

Controllo sulle risorse del server
I piani per rivenditori consentono di controllare l’utilizzo dello spazio su disco, permettendo così di controllare e gestire tutti gli aspetti del sito web. 

Alcune funzionalità aggiuntive includono l’impostazione dei limiti di larghezza di banda, un migliore controllo sull’archiviazione su disco, e via dicendo. Le aziende possono trarre profitto da questa configurazione modulabile poiché possono avere i propri siti disponibili. Quando il numero di richieste aumenta senza compromettere lo spazio sul disco.

Questo permette inoltre ai rivenditori di creare i propri pacchetti per servizi hosting. Progettandoli su misura del proprio tipo di cliente e rivendendoli come farebbe una vera e propria compagnia di hosting.

Costruire una reputazione per il proprio brand
Proporre ai propri clienti un servizio di hosting su misura è un ottimo modo per creare una buona reputazione per la tua azienda e dimostrare un’attitudine professionale a tutto tondo. 

Tutti i pacchetti per rivenditori di WebHosting24 permettono quello che viene chiamato “white label” cioè la possibilità di offrire un servizio con il nome della tua azienda dando l’idea che il servizio sia gestito in tutto e per tutto da te.

Possibilità di crescita
Stando all’esempio fatto finora, nessuno vorrebbe avere solamente 10 clienti; tutti invece vorrebbero averne almeno 100 o di più.
WebHosting24 ti assiste in questa fase di crescita con piani per rivenditori facilmente modulabili, infatti si può eseguire un upgrade ogni qualvolta ce ne sia il bisogno ed aumentare le prestazioni del tuo piano esistente.

 

Piani per rivenditori di WebHosting 24

In questo articolo abbiamo trattato solo alcuni dei vantaggi disponibili a chi usa piani per rivenditori di servizi hosting.

Qualsiasi sia il tuo business, chiunque siano i tuoi clienti, WebHosting24 può soddisfare tutte le tue necessità.

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19 Apr 2022

Considerazioni da fare prima di scegliere un servizio di hosting

Non tutti i servizi di hosting sono uguali e non è solo questione di prezzi.

A seconda del tipo di sito che uno vuole costruire si dovrà scegliere un servizio di hosting adatto.
Il sito di una piccola azienda, il sito di un blog oppure un e-commerce hanno tutti diverse esigenze che un unico servizio di hosting potrebbe non essere in grado di soddisfare pienamente.

In questo articolo esamineremo alcune delle considerazioni da fare prima di scegliere un host, in modo da scegliere quello più adatto per le proprie circostanze.

 

Risorse necessarie

Prima di decidere il tipo di hosting è bene considerare qualè la portata di risorse necessarie a far funzionare il proprio sito o applicazione web.
Quanta RAM, CPU, memoria e larghezza di banda sono necessarie dipenderà dal tipo di sito e anche dalla eventuale futura crescita.
In alcuni casi, dei picchi stagionali di traffico renderanno necessario considerare dei servizi che offrono flessibilità come hosting VPS e cloud hosting.

 

RAM

La RAM (Random Access Memory) è una memoria temporale che serve a completare diverse operazioni allo stesso tempo, come gli script.
Nel caso di una applicazione web sarà bene stabilire in anticipo quanta RAM sarà necessaria perché questa sarà responsabile di far funzionare tutto senza intoppi.
Per i siti più semplici potrebbero bastare 512MB, per siti più complessi con video e foto sarà meglio considerare 2 o più GB di RAM.
Quando un sito non dispone di sufficiente RAM per far funzionare tutte le sue operazioni, l’utente riceverà il messaggio “500 internal server error”.

 

CPU
La CPU (Central Process Unit) lavora strettamente con la RAM dalla quale riceve ordina circa quale programma o funzione svolgere.
Si occupa anche di gestire più richieste simultaneamente, sarà perciò indispensabile per quando ci sono dei picchi di traffico affinché tutti gli utenti possano godere della stessa fluidità mentre scorrono il sito.

 

Memoria

Certi servizi di hosting offrono un minimo di GigaByte di memoria.
Nel caso che ne servano di più bisognerà valutare quanto materiale sarà accessibile dagli utenti del sito e decidere in base a quello.
1 GB di memoria basterà per un blog con circa 300 post.
Un sito che contiene diverse foto e video avrà bisogno di molti più GB.

 

Larghezza di banda

Il servizio di hosting prescelto si occuperà di contare la quantità di dati trasferiti dal server ai vari web browser nel corso di un mese.
La larghezza di banda è il volume totale dei dati trasferiti.
Per un sito che non ha molti visitatori 20 GB di larghezza di banda dovrebbero essere sufficienti.

 

Hosting dedicato, condiviso e VPS

Tra le varie scelte che uno deve fare quando sceglie un servizio di hosting c’è quella del server dedicato, condiviso, cloud o del VPS (Virtual Private Server).
Le differenze sono notevoli sia in termini di costo che del tipo di servizio.

 

  •   Hosting dedicato Questa è la scelta di chi gestisce grandi compagnie o ha bisogno di notevoli risorse a sua disposizione. Hosting dedicato vuol dire affittare un intero server per il proprio dominio ed avere la libertà di configurarlo a piacimento in tutto per tutto: sicurezza, architettura, software e via dicendo. Si potrà addirittura avere un indirizzo IP dedicato e scegliere il sistemo operativo da installare.Il costo è tra i più alti nei servizi di hosting e per la sicurezza e manutenzione del proprio sito sarà necessario rivolgersi ad ingegneri esperti in informatica.

 

  •   Hosting condiviso
    Con hosting condiviso si intende che un singolo server ospita più siti e quindi che le risorse verranno condivise.
    Richiede pochissimo manutenzione in quanto è tutto configurato e gestito dall’host.
    Tra i servizi di hosting, quello condiviso è il meno costoso ed il più facile da gestire; andrà più che bene per blog e siti di medie e piccole imprese, ma potrebbe diventare limitante per chi vuole espandere il proprio business o sta cercando di ingrandire un e-commerce.

 

  •   VPS (Virtual Private Server)
    La differenza tra hosting VPS e hosting condiviso è che nonostante il server sarà utilizzato da più utenti con i loro siti e domini, una determinata quantità di risorse sarà interamente dedicata ad un solo dominio.
    Infatti in un sistema VPS, un server ospita più macchine virtuali e ciascuna di queste verrà utilizzata da un singolo utente consentendo così di impostare quante risorse verranno utilizzate, dando anche la possibilità di modificare le impostazioni.
    Questa è un’ottima soluzione per medie imprese ed e-commerce che in determinate stagioni devono gestire elevati picchi di traffico, richiede però un pò di conoscenza tecnica per venire usato correttamente.

 

  •   Hosting cloud
    Una delle opzioni più apprezzate, combina la flessibilità del VPS con la semplicità di utilizzo del server condiviso. In questa configurazione, le risorse dedicate ad un sito verranno gestite non da un solo server, ma da un cloud di server. Il vantaggio è che nel caso in cui uno di questi server abbia dei problemi, il carico di lavoro verrà distribuito sui server rimanenti, così da consentire al vostro sito di essere sempre raggiungibile. Inoltre le impostazioni di sicurezza dei server saranno interamente gestite dal team di esperti che si occupa del cloud stesso. Il cloud hosting è adatto a tutti i tipi di business: piccole, medie e grandi imprese; la sua modulabilità lo rende un sistema estremamente flessibile.

 

Conclusioni

Dopo aver fatto le dovute valutazioni e considerazioni sulla quantità di memoria, CPU, RAM e larghezza di banda necessari a far funzionare correttamente il vostro sito e dopo aver deciso il tipo di hosting, se dedicato, condiviso, VPS o cloud non resta che scegliere un servizio di hosting.

Queste sono considerazioni importanti da fare in quanto un sito che si carica lentamente o non si carica del tutto potrebbe facilmente scoraggiare ulteriori visite e influirebbe negativamente sulla reputazione del business.

WebHosting24 permette a chi ha un account di controllare lo status del network ed assicurarsi che il proprio sito abbia le risorse necessarie per funzionare.
Con un’ampia varietà di pacchetti hosting sapremo coprire ogni tua richiesta.
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12 Apr 2022

Come trasferire un dominio

A volte succede che si decida di trasferire un dominio.

Di solito è perché si desidera cambiare host per spendere meno o avere più qualità nel servizio.

Qualunque sia la ragione, il processo di trasferire un dominio è abbastanza semplice ma perché il tutto venga eseguito correttamente ci sono alcune cose da fare prima, durante e dopo il trasferimento.
In questo articolo sono descritti i vari passaggi e cosa occorre fare per accertarsi che il trasferimento sia rapido ed eseguito nel modo giusto.

 

Perché trasferire un dominio?

A seconda delle esigenze del dominio o dell’attività che questo rappresenta, ci potrebbero essere diversi motivi per decidere di trasferire un dominio.

Uno dei motivi principali è il costo del servizio. A volte un host offre lo stesso servizio offerto da un’altro host ma ad un prezzo minore. Nonostante il prezzo da solo non sia il fattore più determinante sicuramente influisce molto sulla scelta finale.

Il cambio di proprietà di un sito potrebbe richiedere anche un cambio di servizio di hosting, lo sa bene chi compra e vende siti internet regolarmente. Ci sono poi altri casi in cui è preferibile fare una cambio di proprietà ed un trasferimento allo stesso tempo.

I servizi offerti da un host sono un altro fattore determinante per decidere se trasferirsi o meno, tra questi ci sono: il servizio clienti, la facilità d’uso dell’interfaccia ed il provider.

Un servizio clienti che risponde rapidamente alle richieste dei propri clienti è più desiderabile di uno che offre prezzi bassi ma nessun supporto tecnico.

Alcuni registrar (le compagnie che si occupano di vendere e registrare domini) offrono strumenti che permettono ai singoli utenti di attivare varie opzioni senza doversi necessariamente rivolgere al servizio clienti.

Certi host vendono i servizi di altri provider, a volte a prezzi leggermente superiori, anche questo potrebbe motivare la scelta di trasferire il proprio dominio.

 

Cosa fare:

 

Prima

 

Aggiornare i contatti

Quando si trasferisce un dominio, si passa dal vecchio registrar a quello nuovo.
Per accertarsi che il passaggio occorra senza intoppi sarà necessario aggiornare mail e numero di telefono forniti sia al vecchio che al nuovo host.
È utile, inoltre, fornire un secondo contatto email dato che il servizio email legato al proprio dominio non sarà funzionante fino a chè il trasferimento non sarà completo.

Nel caso non ci si ricordi più chi sia il registrar del proprio sito si può fare una ricerca in whois.com oppure arin.net e trovare immediatamente chi ha registrato il dominio.

 

Sbloccare il proprio dominio

Questa funzione è solitamente accessibile dal pannello di controllo del proprio dominio, altrimenti sarà necessario contattare il registrar via e-mail ed attendere che la richiesta venga eseguita.
Questa operazione è necessaria per “svincolare” il proprio dominio e renderlo “mobile” verso il nuovo host.

 

Ottenere il codice di autorizzazione

A volte chiamato anche EPP code oppure transfer code, è un codice che funziona come un codice PIN e serve a confermare l’intenzione da parte del proprietario del dominio a voler eseguire il trasferimento.  Questo passaggio può variare a seconda del registrar.
In alcuni casi il codice si potrà ottenere direttamente dal pannello di controllo dal quale si sblocca il dominio, altrimenti si dovrà richiedere via mail al proprio registrar.

L’organizzazione che si occupa di regolare gli indirizzi Internet stabilisce che non è possibile trasferire un dominio nel caso in cui questo sia stato registrato o trasferito da meno di 60 giorni.

 

Durante

 

Studiare il processo

L’effettivo trasferimento di un dominio sarà più o meno complicato a seconda del nuovo host, sarà perciò utile leggere attentamente le informazioni contenute nella support page o nel knowledge base e poi eseguire i vari passaggi.

 

Accertarsi del corretto TLD

In questa fase cruciale sarà bene accertarsi di scrivere correttamente il nome del dominio ed il relativo TLD (Top-Level Domain), che potrà essere ‘.it’, ‘.com’. ‘.org’ e via dicendo.
Alcuni host permettono di trasferire più domini in una volta sola durante questo passaggio.

 

Dare l’autorizzazione

A questo punto vi verrà chiesto di inserire il codice di autorizzazione e verrete contattati dal vecchio registrar che si assicurerà che voi vogliate proseguire con l’operazione.
Alcuni host richiedono che si paghi una somma pari ad un anno di servizio per poter eseguire il trasferimento, mentre altri offrono un trasferimento gratis a chi apre un nuovo account.
In questo passaggio si noterà l’importanza del primo passaggio menzionato in questo articolo, aggiornare il proprio contatto, per poter eseguire il trasferimento nel modo più rapido possibile.

 

DNS ed altre impostazioni

A questo punto il vostro nuovo registrar si occuperà di impostare il DNS (Domain Name System) ed il name server che contiene le indicazioni per “arrivare” al vostro sito. Ci potrebbero volere alcuni giorni perché il procedimento sia completo ed il sito diventi internazionalmente visibile.
Tra le nuove impostazioni che si potranno scegliere ci sarà anche la possibilità di rendere il proprio dominio privato, cioè di non esporre le proprie informazioni personali come ad esempio nome cognome ed e-mail quando viene fatta una ricerca tramite whois.com, arin.net o altri strumenti.
Resteranno invece visibili solamente le informazioni del nuovo registrar.
Questa opzione richiede di solito costi aggiuntivi.

 

Dopo

 

Cancellare il vecchio servizio

Una volta che il dominio è perfettamente funzionante con il nuovo servizio di hosting si può procede con la cancellazione del servizio con il vecchio registrar.

 

WebHosting 24 transfer

Nessuno desidera che il proprio sito diventi inutilizzabile per pochi minuti né tanto meno per alcuni giorni.

WebHosting24 ha reso il processo di trasferimento il più semplice possibile grazie al tasto “transfer”, in modo da minimizzare il numero di passaggi e di errori che potrebbero compromettere la visibilità ed il funzionamento del vostro sito.
Per completare l’operazione basterà inserire il nome del dominio ed il codice di autorizzazione fornito dal vecchio registrar.
Il procedimento potrebbe richiedere tra le 12 e le 24 ore perché il vostro dominio sia perfettamente funzionante.

Inoltre nel knowledge base di WebHosting24 ci sono diversi tutorial con immagini che guidano nel processo riguardante l’aggiornamento del DNS e name server per chi provenga dai più comuni servizi di hosting ed abbia deciso di trasferire il proprio dominio da noi.

Trasferire un dominio non è mai stato così facile, clicca qui e inizia oggi il tuo trasferimento a WebHosting24!

5 Apr 2022

Come proteggersi dai ransomware

Tutti i tuoi file personali sono stati criptati. Devi pagare per avere nuovamente accesso ai file contenuti nel tuo computer!

Questo è un messaggio ipotetico in una situazione quanto mai reale perché ogni anno sono nell’ordine dei milioni le persone che vedono apparire sui loro monitor messaggi simili a quello in apertura di questo articolo.

Si tratta di ransomware e minacciano qualsiasi tipo di file riescano ad accedere, dalle foto dell’ultima vacanza di un utente, ai clienti di una grossa azienda.

Nessuno può considerarsi immune a questi attacchi perché ogni anno la loro frequenza aumenta. Però con alcuni accorgimenti che ti sveleremo in questo articolo potrai accertarti di non subire grossi danni a causa dei ransomware.

 

Che cosa sono i ransomware?

Tutti noi facciamo uso di software per un motivo o per l’altro.

Non solo i computer, ma ormai qualsiasi apparecchio elettronico contiene dei software, a partire dallo smartwatch che hai al polso all’aria condizionata che ti tiene al fresco d’estate

Non tutti i software però hanno finalità di semplificare la vita, infatti c’è una categoria di software che hanno scopi maliziosi e si chiamano malware.

C’è differenza da un software che aumenta la produttività, come il word processor usato per scrivere questo articolo ed il browser che usi per leggerlo. I malware sono appositamente progettati per fare danni, ad esempio per rubare dei dati, per spiare o per penetrare dentro ad un server.

Si distinguono tra questi i ransomware, che di solito accedono ad un computer tramite un trojan, cioè un altro tipo di malware che, traendo in inganno un utente, si installa in un computer e crea un punto di accesso per l’installazione del ransomware.

Una volta che il ransomware è installato, inizia un procedimento di criptazione di tutti i file dell’utente per renderli illeggibili. Dopodichè comparirà un messaggio come quello all’inizio di questo articolo, sollecitando un pagamento. Di solito il pagamento è richiesto in Bitcoins perché l’utente possa nuovamente accedere ai propri file.

Si dice perciò che i dati vengono “tenuti in ostaggio” in attesa che venga pagato un riscatto; da qui nasce il termine “ransomware”, cioè “software per i riscatti”.

 

Cosa fare se sei stato colpito

Per alcuni ransomware ci vogliono alcuni giorni dall’installazione per effettuare il vero e proprio attacco, questo lasso di tempo può rivelarsi cruciale per non diventare vittime e limitare i danni che un attacco può causare.

Nel caso in cui il tuo computer sia stato infettato, quasi sicuramente noterai dei forti rallentamenti nelle sue normali funzioni.
Questo è il momento giusto per insospettirsi e condurre degli esami più approfonditi.
Esistono numerose applicazioni e software che effettuano scansioni di sicurezza e notificano possibili rischi e minacce presenti nel sistema.
Se questo fosse il tuo caso, segui le istruzioni che ti darà il software di sicurezza. Probabilmente per eliminare completamente la minaccia sarà necessario reinstallare il sistema operativo.

Nel caso in cui il ransomware non sia riuscito a completare la fase di crittazione esiste la possibilità che non tutti i dati siano andati perduti e che una parte sia ancora recuperabile.

Il consiglio che dà l’FBI a coloro che si vedono chiedere un riscatto è quello di non pagare. In quanto l’effettuato pagamento potrebbe incoraggiare i responsabili a perpetrare ulteriori attacchi a carico di altri utenti.

Invece viene suggerito di denunciare immediatamente il fatto alle autorità competenti, come ad esempio la Polizia Postale, perché possano identificare l’origine dell’attacco e preparare una strategia per evitare attacchi futuri.

Un’altra cosa che molti hanno trovato utile fare durante un attacco è di attivare un software per la sicurezza, come quello descritto in precedenza.
Anche se probabilmente i dati nel computer andranno persi, il software permetterà di estirpare il ransomware ed evitare il pagamento del riscatto.

La migliore difesa per proteggersi da un attacco è di prevenirlo.
Ecco qui di seguito alcuni consigli pratici per difendersi dai ransomware.

 

Uso coscienzioso di computer e Internet

Essere diffidenti nei confronti di certi siti è un’ottima protezione.
Infatti molti malware si trovano in siti poco conosciuti o dalle credenziali non verificabili. Sarà perciò saggio evitare siti privi di certificati SSL, contraddistinti da un lucchetto nella barra dell’url, e siti che promettono a gratis servizi altrimenti costosi.
Scaricare solo se necessario e solamente da siti credibili è un’altra buona pratica per mantenere il proprio computer al sicuro da possibili minacce.

 

Installare un antivirus

Ci sono una grande varietà di antivirus e programmi specializzati che svolgono attività di controllo della sicurezza del dispositivo sul quale vengono installati. Alcuni di questi programmi offrono anche dei servizi gratis e sono progettati contro virus e malware specifici.

 

Aggiornare regolarmente il sistema operativo e le applicazioni

I vari sistemi operativi e applicazioni che usi tutti i giorni vanno aggiornati regolarmente, altrimenti potrebbero diventare obsoleti ed esporre il tuo dispositivo a rischi altrimenti evitabili.

 

Backup

Per quanto possa sembrare una cosa noiosa e che consuma tempo, eseguire backup regolari dei dati più importanti può proteggere da attacchi.
Un sistema di archiviazione cloud oppure una semplice memoria esterna possono essere di grande aiuto nel caso che i dati sul proprio computer vengano compromessi.

 

Creare un piano d’emergenza

Nessun sistema è da considerarsi sicuro al 100%, perciò sarà bene stabilire in anticipo che cosa occorre fare nel caso che un attacco ransomware comprometta i tuoi dati.
Tra le varie cose che questo include c’è  da stabilire come contattare le persone i cui dati sono stati perduti, soprattutto per quanto riguarda e-commerce o organizzazioni che trattano dati personali.

 

WebHosting24 e sicurezza


A WebHostin24 ci prendiamo cura della tua sicurezza!
I nostri server sono aggiornati e protetti, tutti i nostri servizi di hosting includono certificati SSL per proteggere i tuoi dati e quelli dei tuoi utenti.
Il nostro servizio per la suite di Office 365 include Eset Endpoint Antivirus e la nostra assistenza 24/7 sarà a tua disposizione per qualsiasi dubbio o emergenza.

Inoltre tutti i nostri servizi di email hosting utilizzano Barracuda Email Security Gateway per proteggere la tua azienda da minacce come malware, spam, phishing e denial of service.
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29 Mar 2022

5 ragioni per scegliere hosting su server dedicato

Avere un sito web affidabile e sempre attivo è fondamentale per il successo di un’azienda che offre servizi online.

Anche soli due secondi di ritardo nel caricare una pagina potrebbero scoraggiare gli utenti.
Nessuno vuole vedere il proprio sito in difficoltà durante un picco di visite dato che potrebbe riflettersi negativamente su vendite e reputazione dell’azienda.

Perciò, scegliere il servizio di hosting più adatto alle esigenze del tuo sito sarà cruciale per uno svolgimento senza intoppi del tuo business.

Tra i diversi tipi di hosting, quello su server dedicato ha delle caratteristiche che lo rendono insuperabile sotto diversi aspetti.

In questo articolo ti parleremo di 5 ragioni principali per scegliere hosting su server dedicato. Oltre che di come esso si posiziona in paragone con altri tipi di hosting.

 

Che cos’è un hosting dedicato

Tra le varie possibilità di hosting, quello dedicato è l’unico che permette di avere un server interamente dedicato (come suggerisce il nome) a far funzionare un solo sito.

A differenza dell’hosting condiviso, con il quale diversi siti vengono assegnati ad un solo server, l’hosting dedicato riserva tutte le risorse che ha a disposizione al sito che gli viene assegnato.

Differisce anche dall’ hosting VPS (Virtual Private Server) e dall’ hosting cloud in quanto non è una rete di server virtuali o fisici, ma soltanto una macchina che si occupa di far funzionare il sito.

L’aspetto che di solito salta all’occhio per primo quando si ricercano informazioni sull’ hosting dedicato è il prezzo. Infatti tra i vari tipi di hosting menzionati sopra, quello dedicato è il più costoso, ma con il prezzo vengono anche alcuni vantaggi unici.

 

5 vantaggi dell’ hosting dedicato

A scegliere l’hosting dedicato sono in particolare medie e grosse imprese, oppure e-commerce ed organizzazioni che si rivolgono ad un pubblico molto vasto. Infatti grazie alle caratteristiche elencate qui sotto, l’hosting dedicato, offre dei punti di vantaggio sugli altri tipi di hosting. Questo lo rende la scelta primaria per chi deve gestire volumi di traffico notevoli e richieste complesse.

  •   PrestazioniSenza ombra  di dubbio, l’ hosting dedicato è quello che offre le prestazioni migliori. Tutte le risorse del server saranno assegnate esclusivamente al tuo sito.

    Questo implica una migliore gestione del traffico ed una risposta del sito più costante.

    Diversa, invece, è la situazione con l’ hosting condiviso, in cui lo stesso server gestisce più siti con i rispettivi carichi di lavoro e una richiesta maggiore da parte di un sito potrebbe pesare sui siti locati nello stesso server, anche se ormai chi offre servizi di hosting è in grado di garantire una costanza nelle prestazioni.

  •   Sicurezza
    Quando si condivide un server con più proprietari ed i loro siti, bisogna anche tenere conto che non tutti adottano le stesse misure di sicurezza e non tutti praticano business onorevoli.
    In particolare potrebbe capitare che uno dei siti ospitati sullo stesso server facciano “spam”, di conseguenza se l’IP del server finirà su una lista nera verrà negato l’accesso al server intero, inclusi tutti i siti presenti nel server.
    Sia i siti di business leciti che di business poco raccomandabili verranno quindi bloccati.
    Questo rischio non c’è quando si sceglie un servizio di hosting dedicato, in quanto un solo indirizzo IP sarà collegato ad un solo sito.

 

  • Affidabilità
    Quello che era di solito considerato il punto debole dei server dedicati potrebbe essersi trasformato nel tempo in un punto di forza.
    Nel caso in cui ci fosse un malfunzionamento del server od un improvviso blackout, il sito che viene ospitato su di un server dedicato potrebbe diventare irraggiungibile, a differenza di un hosting cloud, in cui le risorse verrebbero provvedute da un altro server. Proprio il timore di questa eventualità ha spinto chi offre servizi di hosting ad implementare misure ulteriori di sicurezza, come generatori di corrente come backup se l’alimentazione principale venisse a mancare. Queste misure di sicurezza extra rendono così i servizi di hosting dedicato molto affidabili.

 

  • Personalizzazione
    Una delle caratteristiche più apprezzate dell’ hosting dedicato è quella di poter installare nel server  i software che credi siano i migliori per far funzionare le tue attività online. Con altri tipi di hosting questa opzione non è possibile, oppure è molto limitata. In quanto è il gestore del servizio a decidere quali software installare.  Questa peculiarità rende l’ hosting dedicato una scelta primaria per coloro che hanno bisogno di particolari software all’interno della propria azienda.
  • Controllo
    Avere il pieno controllo di un server dà accesso ad una serie di configurazioni e possibilità che apre il ventaglio delle opportunità per la tua azienda. Con un’ hosting dedicato avrai a tua disposizione tutti gli strumenti necessari per avere il pieno controllo dei tuoi database. Oltre che di domini, servizi email, certificati SSL e qualsiasi altra cosa ti serva per far funzionare la tua azienda.

 

Chi ha bisogno di hosting dedicato?

Prestazioni, sicurezza, affidabilità, personalizzazione ed accesso.

Con queste caratteristiche non è difficile capire perché il servizio di hosting dedicato sia una scelta molto apprezzata.

In particolare per chi si occupa di Saas (Software as a service) e svolge servizi basati su applicazioni cloud, l’hosting dedicato sarà la scelta primaria a causa della flessibilità e personalizzazione che offre.

Anche un e-commerce con grossi database beneficia grandemente delle potenzialità dell’hosting dedicato, soprattutto quando si tratta di implementare misure di sicurezza ulteriori per proteggere i dati personali dei propri clienti.

Agenzie web e rivenditori di servizi hosting hanno bisogno di server dedicati per poter meglio gestire i propri clienti e siti da un server solo, piuttosto che avere un grande numero di domini sparsi in più servizi di hosting.

 

Conclusioni

Per scegliere il pacchetto hosting adeguato occorre pensare al bisogno attuale del proprio sito ed ai progetti futuri.

Qualunque siano le necessità del tuo sito, Sever24 può offrirti il servizio di hosting dedicato ideale per ottimizzare la tua attività.
Con un’ampia varietà di pacchetti hosting sapremo coprire ogni tua richiesta.
Clicca qui per trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze!

22 Mar 2022

Microsoft Office 365 e GDPR

Parliamo di Microsoft 365, precedentemente noto come Office 365. Egli si è imposto come software di vitale importanza sia per piccole aziende che grandi organizzazioni.

Assieme all’ampio successo non sono mancate anche le critiche, soprattutto in campo di privacy e tutela dei dati degli utenti.

Le maggiori critiche vengono dal garante europeo della privacy (EDPS), come anche da altre organizzazioni, a causa della facilità con cui i dati di utenti Europei possono venire trasferiti negli Stati Uniti e di come le autorità d’oltreoceano fossero in grado di accedere ai server presenti in Germania e della trasmissione di dati chiamata telemetria.

Queste violazioni sono in contrasto con le norme del GDPR (General Data Protection Regulation), che stabilisce come i dati di chi naviga in internet devono venire trattati.

In questo articolo ti parleremo di come agisce Microsoft tramite i suoi servizi incluso Office 365, di che cosa dice la normativa Europea in merito e di che cosa può fare un utente per tutelarsi.

 

GDPR e EDPS

In vigore dal 2018, il GDPR è la normativa Europea che regola il trattamento dei dati privati. Oltre che del loro trasferimento a paesi al di fuori dell’Unione Europea.
Sin dalla sua concezione, la normativa è un componente fondamentale della legge Europea sulla privacy ed anche della legge internazionale sui diritti umani.

Lo scopo principale è di dare ai singoli individui più controllo su come i loro dati vengono gestiti. E allo stesso tempo di agevolare gli scambi internazionali di servizi digitali.

EDPS (European Data Protection Supervisor) è l’organo garante della privacy in Europa. Si occupa di verificare che le normative sulla privacy contenute nel GDPR vengano applicate dalle parti in gioco. Titolari di siti web e fornitori di servizi.

L’accusa contro Microsoft parte proprio dall EDPS per una violazione dell’articolo 28 del GDPR che stabilisce che il titolare deve accertarsi presso il fornitore che i dati degli utenti vengano trattati correttamente. Cosa che diventa praticamente impossibile con colossi dell’informatica come Microsoft e Google.

 

Microsoft e GDPR

Nel caso presentato a Marzo 2020 dall’EDPS contro Microsoft viene evidenziata una condotta opaca e poco responsabile nel trattamento dei dati da parte dell’azienda americana.

Tra le varie mancanze da parte di Microsoft c’è anche quella di non poter negoziare le condizioni contrattuali contenute nella licenza di utilizzo dei software. Non lasciando alcuna scelta ai titolari. Una grave mancanza questa vista l’enorme diffusione dei prodotti Microsoft in Europa.

Già nel 2019 era emerso lo stesso problema quando il garante per la privacy tedesco aveva chiesto a tutte le scuole nello stato federale dell’Assia di disinstallare la suite Office 365.

Il problema nasce dalla facilità con la quale i dati personali degli utenti europei possono venire utilizzati dalle autorità americane, infatti grazie al CLOUD Act (Clarifying Lawful Overseas Use of Data), approvato durante il periodo di Trump, le autorità investigative statunitensi possono accedere a informazioni che identificano gli utenti di siti europei.

Per quanto stabilito dal GDPR e riscontrato dall’EDPS, questo trattamento dei dati è inaccettabile, mentre da parte di Microsoft non c’è stata alcuna risposta che lasciasse intendere un futuro cambiamento per assicurare la privacy richiesta dall’autorità europea.

 

Responsabilità di Microsoft

L’unico passo compiuto da Microsoft per venire incontro alle richieste dell’EDPS è stato un addendum contrattuale. In esso vengono specificati i vari utilizzi che l’azienda americana si riserva di fare con i dati raccolti dagli utenti.

Il tutto purtroppo viene delineato con un linguaggio quantomeno opaco e poco preciso, e fa emergere addirittura che Microsoft si arroga il diritto di titolare e non solo di fornitore, riservandosi di poter scegliere come trattare i dati raccolti.

L’EDPS invita quindi tutti i titolari del trattamento dati di eseguire audit a carico di Microsoft su come i dati vengono gestiti, questo è quanto richiesto anche dall’articolo 28 del GDPR che recita: “metta a disposizione del titolare del trattamento tutte le informazioni necessarie per dimostrare il rispetto degli obblighi di cui al presente articolo e consenta e contribuisca alle attività di revisione, comprese le ispezioni, realizzate dal titolare del trattamento o da un altro soggetto da questi incaricato”
Purtroppo Microsoft, per aggirare questo provvedimento, assume una volta all’anno degli auditor esterni per eseguire attività di revisione ed ispezione con modalità prestabilite dall’azienda stessa.

Un’altra responsabilità di Microsoft sarebbe quella di archiviare in Europa i dati ottenuti da titolari europei e rispettare le norme sui trasferimenti di dati ogni volta che questi vengono trasferiti all’estero, permettendo così ai titolari di accettare solo dopo una valutazione dei rischi legati a libertà e privacy

Tutte queste responsabilità vengono evitate da Microsoft tramite una terminologia poco chiara contenuta nell’addendum contrattuale che è stato aggiunto in un secondo momento e che lascia ampie libertà alla corporazione americana e le sue filiali, inclusa Microsoft Ireland.

 

Conclusioni

L’EDPS consiglia a tutti i titolari di non subire passivamente le modalità imposte da Microsoft. Ma di informare con appropriata documentazione l’azienda americana delle proprie scelte per quanto riguarda il trattamento dei dati. Oltre che di usare sempre le norme contenute nell GDPR come linee guida necessarie per agire in conformità con la normativa europea.

Il documento redatto dal garante europeo può quindi essere visto non come un invito a scontrarsi legalmente con Microsoft. Lo scontro peraltro inutile se non impossibile per le piccole e medie realtà che fanno uso dei servizi del colosso americano.  Piuttosto come un’esortazione a prendere coscienza del modo in cui i dati vengono trattati. Aggiungendo il fatto che è responsabilità di ciascun titolare informarsi sulle procedure ed agire nel rispetto della normativa GDPR.

Una conoscenza quantomeno basilare dell’argomento dà ai titolari la possibilità di prendere decisioni informate e responsabili nei confronti dei dati raccolti sui propri utenti.

WebHosting24 può assistere ed indirizzare i titolari a fare le scelte giuste in un settore dove sono ancora molte le procedure da dover definire chiaramente.

A WebHosting24 ci prendiamo cura della tua privacy e dell’utilizzo dei tuoi dati.
Per maggiori informazioni sul lavoro che svolgiamo clicca qui

 

15 Mar 2022

Google Analytics e GDPR

L’autorità austriaca per la protezione dei dati ha di recente bandito l’utilizzo di Google Analytics dai siti internet Europei a causa della mancata conformità alle normative GDPR (General Data Protection Regulation) da parte della compagnia Americana.

La corte ha dichiarato che il modo in cui Google Analytics tratta i dati degli utenti viola quanto contenuto nel capitolo V del GDPR.

Questa decisione non fa che evidenziare una discrepanza tra le leggi a tutela della privacy. Quelle adottate nel vecchio continente e le misure per la sicurezza in vigore negli Stati Uniti, creando così la necessità di creare linee guida più precise.
In questo articolo ti parleremo di come funziona Google Analytics, di che cosa richiede il GDPR e come puoi accertarti che il tuo sito sia conforme con la normativa GDPR.

 

Che cos’è il GDPR

In vigore dal 2018, il GDPR è la normativa Europea che regola il trattamento dei dati privati. Oltre che il loro trasferimento a paesi al di fuori dell’Unione Europea.
Sin dalla sua concezione, la normativa è un componente fondamentale della legge Europea sulla privacy ed anche della legge internazionale sui diritti umani.

Lo scopo principale è di dare ai singoli individui più controllo su come i loro dati vengono gestiti. Allo stesso tempo di agevolare gli scambi internazionali di servizi digitali.

Tra i principi proposti dal GDPR c’è anche quello che ciascun utente è padrone dei propri dati e che deve poter scegliere il modo in cui questi verranno trattati; proprio questo principio è stato violato da Google Analytics stando a quanto riscontrato dall’autorità austriaca.

 

Google e CLOUD Act

Il CLOUD Act (Clarifying Lawful Overseas Use of Data) è una legge federale Statunitense che permette ad una corte federale negli Stati Uniti di ottenere da una compagnia tecnologica informazioni contenute nei server di tale compagnia, anche se questi server o data center si trovano all’estero.

Lo scopo di questa legge è di rendere più facili le investigazioni da parte delle forze dell’ordine in ambito di traffici di sostanze controllate o terrorismo.

I dati raccolti da Google potevano perciò venire usati per risalire all’identità di singoli individui che usano i servizi provveduti dal colosso tecnologico.
Fu proprio ciò che accadde ad un utente che fece accesso ad un sito austriaco che usava Google Analytics.

Nel 2020, a seguito della invalidazione del Privacy Shield, che agevolava lo scambio di dati sensibili tra Paesi Europei e Stati Uniti, è venuta a mancare la base legale che permetteva agli Stati Uniti di accedere ai dati raccolti da compagnie Americane anche se contenuti in data center in Europa.

Da allora, diverse organizzazioni si sono impegnate, tramite mezzi legali, a limitare od impedire del tutto questo scambio di dati ed implementare la normativa GDPR.

Resta ancora da vedere quale sarà il provvedimento che l’autorità austriaca vorrà implementare nel caso citato sopra, ma qualsiasi sarà la decisione, sicuramente sarà di ampia portata nel vasto settore del digital advertising, sia in Europa che in altri paesi.

 

Google Analytics e l’utilizzo di dati personali

Google Analytics si occupa di misurare il volume ed il tipo di traffico di un sito.

Per farlo usa i cookie, cioè delle stringhe di dati che contengono una varietà di informazioni come la durata di una sessione, sito di provenienza della visita, numero di pagine visitate, pagine più viste, posizione geografica dell’utente e via dicendo.

L’obiettivo di queste misurazioni è di permettere a chi fa uso del servizio di Google di progettare campagne migliori. Oppure di meglio indirizzare il traffico del proprio sito. Ad esempio per concludere delle vendite, dirigere gli utenti a visitare una determinata pagina o scaricare un certo file.

Esistono metodi per anonimizzare l’identità dell’utente e la sua posizione geografica tramite la mascheratura dell’IP e l’uso di identificatori sostitutivi. Il loro utilizzo non garantisce una totale anonimità dei dati.

Infatti, proprio nel caso dell’utente austriaco, nonostante fosse responsabilità del titolare (chi gestisce il sito internet) di rendere anonimo l’utente, fu l’autenticazione dell’utente tramite il suo account Google a rendere accessibili informazioni personali come l’indirizzo IP del dispositivo utilizzato, identificatori online univoci sia del browser che del dispositivo, l’indirizzo, l’HTML del sito, le sottopagine, informazioni sul browser, sul sistema operativo, sulla risoluzione dello schermo, sulla selezione della lingua, della data e dell’ora della visita al sito web.

Analizzando il caso in parola, l’autorità austriaca ha trovato che la procedura di pseudonimizzazione adottata da Google e che non rende anonima l’identità dell’utente. Ma ne rende rintracciabile l’identità tramite una ricerca inversa dell’IP, non fornisce una protezione adeguata ai dati degli utenti.

 

Responsabilità delle parti

La responsabilità del trattamento dei dati sembra ricadere sul titolare del sito. Esso può decidere nelle impostazioni che tipo di cookie scambiare con i visitatori e che uso farne.

Da una più attenta analisi si evince che,  il titolare può solo selezionare il tipo di dati che vuole visualizzare sul traffico del suo sito.  Mentre Google può raccogliere qualsiasi tipo di informazione sugli utenti senza necessariamente rendere noto al titolare che utilizzo ne verrà fatto. 

Da parte sua, Google ha adottato delle misure supplementari. Esse hanno lo scopo di rendere il modo in cui usa i dati raccolti conforme con la normativa GDPR.

Tali provvedimenti non sono tuttavia sufficienti a garantire la privacy che le autorità Europee intendono provvedere.

 

Conclusioni

In questa posizione temporanea di stallo, in cui non si riesce a trovare un accordo chiaro tra le varie parti, molti titolari mostrano maggiore diffidenza nei confronti di Google Analytics. Egli assieme ai suoi omologhi rappresenta il 70% del mercato Europeo.
Al tempo stesso, la mancanza di una controparte affermata sul mercato Europeo è un forte deterrente per ricercare una valida alternativa ai servizi proposti dal colosso Americano.

Una corretta comprensione dell’argomento consente ai titolari di prendere decisioni informate e responsabili nei confronti dei dati raccolti sui propri utenti.

WebHosting24 permette ai titolari di informarsi sulla funzione specifica di determinati cookie e decidere quali utilizzare sul proprio sito.

A WebHosting24 ci prendiamo cura della tua privacy e dell’utilizzo dei tuoi dati.
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8 Mar 2022

Certificati SSL: cosa sono e come mantengono sicuro il tuo sito

I certificati SSL sono alla base del protocollo di sicurezza HTTPS, autentificano l’identità di un sito e ne rendono sicura la navigazione. La presenza di certificati SSL influisce positivamente sulla reputazione di un sito e sul suo ranking nelle ricerche Google.
In questo articolo esamineremo cosa sono i certificati SSL, come funzionano e perché sono fondamentali per la sicurezza di un sito.

 

Che cosa sono i certificati SSL?

I certificati SSL (Secure Socket Layer) chiamati anche TLS (Transport Layer Security) sono certificati digitali che servono ad autenticare o confermare l’identità di un sito e la sua public key.
Questi certificati sono contenuti nel server dove si trova il sito e consentono di stabilire una connessione criptata abilitando il protocollo di sicurezza HTTPS che è fondamentale per la trasmissione di dati sensibili come password, informazioni bancarie e servizi e-mail.

Si può immaginare il certificato SSL come il documento di identità di un sito, che permette di verificarne l’autenticità e legittimità.
Un sito si considera sicuro e credibile quando nella barra dell’indirizzo, di fianco all’ URL,  compare il simbolo del lucchetto.

 

Perché è fondamentale avere un certificato SSL?

Nel caso che un sito non disponga di certificati SSL, molti browser impediranno agli utenti di continuare la navigazione e restituiranno un avviso del tipo “Sito non sicuro”, rendendo così il sito inaccessibile per proteggere i dati dell’utente.
Ne va da sé che la presenza o assenza di un certificato SSL influisce pesantemente sulla reputazione di un sito e del business che rappresenta.

La mancanza di certificati SSL sul proprio sito darà all’utente la sensazione di navigare un sito che svolga un’attività non certificata, poco professionale o addirittura fraudolenta.

Come funzionano i certificati SSL?

Sin dal momento della loro ideazione, più di 25 anni fa, questi protocolli di sicurezza si sono occupati di rendere illeggibili le informazioni che vengono scambiate tra un sito ed i suoi utenti.
Nonostante sotto a questo protocollo si nasconda un attento studio di algoritmi crittografici che eseguono numerose procedure, il tutto avviene in maniera fluida ed automatica nel giro di pochi millisecondi in quello che viene chiamato SSL handshake.

Questa procedura si può definire semplicemente come uno scambio di certificati, autorizzazioni e chiavi che danno il via al dialogo server – client con la certezza che la comunicazione tra i due sia protetta da attacchi.

Tipi di certificati SSL

Ci sono diversi tipi di certificati SSL con svariati livelli di autenticazione. Qui di seguito descriveremo brevemente le caratteristiche dei cinque certificati più comuni:


– certificati Extended Validation (EV SSL)
– certificati Organization Validated (OV SSL)
– certificati Domain Validated (DV SSL)
– certificati Wildcard SSL
– certificati Unified Communications (UCC)

Extended Validation (EV SSL)

Questo tipo di certificato è il più importante e lo si vede anche dal prezzo.
In genere viene usato in siti che dispongono di pagamenti online e si consegue tramite una verifica dell’identità del sito e del suo proprietario per stabilire la legittimità ed unicità.

Organization Validated (OV SSL)

La procedura per ottenere questo tipo di certificato è molto simile a quella del EV SSL in quanto richiede una procedura di validazione piuttosto macchinosa.
Siti commerciali o rivolti ad un pubblico vasto avranno indubbiamente bisogno di questo tipo di certificato.

Domain Validated (DV SSL)

Di solito questo è il certificato più scelto per blog e siti d’informazione o siti che non richiedono informazioni da parte dell’utente.
Per questo motivo la sicurezza che offre è minima, il prezzo è contenuto ed il processo di validazione è estremamente semplice.

Wildcard SSL

Un certificato wildcard si può usare per certificare un dominio e tutti i suoi sottodomini senza dover creare una certificazione per ciascuno.
Il grande vantaggio è che con un solo certificato Wildcard si potranno certificare tutti i servizi presenti in un sito come la sezione login, mail, download e qualsiasi altro servizio presente nello stesso dominio.

Unified Communication (UCC)

Considerati affini ai certificati multi-domain, che permettono di autenticare più domini con un solo certificato, i certificati Unified Communication consentono di rendere sicuri molteplici domini ed i loro sottodomini usando un solo certificato.
La sicurezza offerta da questo tipo di certificato è molto elevata, garantendo la protezione dei dati per pagamenti on-line.


Esistono poi dei certificati auto registrati che possono venire creati dal proprietario del sito ed usati come dei normali certificati SSL, i quali però non offrono nessuna garanzia non essendo autenticati da un’autorità del settore. Molti browser considereranno tali certificati come non validi e scoraggeranno l’utente a proseguire la navigazione.

Avere una conoscenza basilare dei diversi tipi di certificati SSL ed i loro campi di applicazione è fondamentale per scegliere il certificato più adatto per il proprio sito.

Qual è il certificato SSL ideale per il mio sito?

Chiunque abbia a che fare con informazioni sensibili o che possono identificare un utente ha bisogno di certificati SSL per il proprio sito.
Questo include informazioni quali:
– carte di credito
– documenti legali
– credenziali login
– servizi di posta elettronica
– download

Un e-commerce deve garantire ai propri clienti che i dati delle loro carte di credito sono al sicuro e persino un blog che non richiede login o altre informazioni sarà più visibile ed attirerà più traffico avendo certificati SSL.
Persino un sito puramente informativo dal quale però si possono scaricare dei file in formato pdf avrà bisogno di un certificato SSL.

 

Esiste un certificato SSL gratis?

Oltre ai cinque tipi di certificati menzionati precedentemente, WebHosting24 permette di acquisire il certificato SSL Comodo Essential Manual Processing gratis, senza alcuna spesa aggiuntiva.
Questo certificato rende il proprio dominio sicuro ed il processo per ottenerlo è molto facile essendo basato solamente sull’identità del proprietario del dominio.

Non esiste un motivo valido per non volere un certificato SSL per il proprio sito, come già scritto in questo articolo, un certificato SSL rende sicura la navigazione e influisce direttamente sull’immagine dell’attività che gestisce il sito.

Affidati a WebHosting24 per trovare il certificato SSL più adatto alle tue esigenze e proteggi il tuo sito nel miglior modo possibile!

1 Mar 2022

5 vantaggi di lavorare con server cloud

Che cosa succederebbe se tutti i dati di una compagnia venissero improvvisamente persi?
Nessun server fisico è al sicuro da disastri naturali, attacchi da parte di hackers ed altri imprevisti.
Ciascuna di queste minacce potrebbe provocare un danno enorme sia in termini di business che di reputazione nel caso in cui i dati di una compagnia venissero rubati o distrutti.

La tecnologia cloud si è imposta a gran ragione nel mondo dei server e dei servizi di hosting a causa delle sicurezze che offre in più rispetto ai servizi di hosting fisici.

I server cloud non solo possono proteggere la presenza online di un’impresa dalla minaccia di perdere i propri dati, ma permettono di migliorare il tipo di servizio reso e anche di crescere nel tempo.

In questo articolo ti parleremo di che cos’è esattamente un cloud server, come si distingue dal server fisico e 5 dei vantaggi principali che si hanno facendo affidamento su questa tecnologia.

 

Che cos’è il cloud server

Un cloud server è un server virtuale gestito tramite internet da una piattaforma, anch’essa virtuale, che può offrire una serie di servizi come hosting, sharing e uso di applicazioni e software. Dati e risorse vengono distribuiti in diverse locazioni e vengono gestiti dall’infrastruttura del cloud.

Questo viene reso possibile da un concetto chiamato virtualizzazione, che permette di creare una macchina che è interamente virtuale ma si comporta esattamente come una macchina dotata di hardware.

Ci sono tre modelli principali di cloud: pubblico, privato ed ibrido.

Pubblico

Quando il cloud appartiene a terze parti che ne mettono a disposizione l’infrastruttura ed i server per offrire servizi a richiesta di altri utenti.

Privato

Quando un’impresa si occupa dell’hosting, della manutenzione e dei servizi e fa esclusivo uso dell’infrastruttura. Il cloud privato non è accessibile da nessuno al di fuori della compagnia alla quale appartiene.

Ibrido

Una combinazione dei primi due, è un cloud composto sia di server locali che di server remoti che operano sullo stesso network. Questa soluzione permette più flessibilità rispetto ai cloud privati e pubblici.

 

Differenze tra server cloud e server fisici

Un server fisico ha risorse, memoria e potenza di calcolo limitati essendo essi tutti basati sull’hardware presente fisicamente nella macchina.

Per installare dei software bisogna accedere fisicamente al sistema e la sua posizione sarà interamente in un data center.

Invece il server cloud ha maggiore flessibilità e modulabilità essendo basato su più server e permettendo così soluzioni più ampie a chi ne usa l’infrastruttura.

L’installazione di software e aggiornamenti potrà venire effettuata da remoto grazie alla virtualizzazione ed al fatto che il cloud è distribuito in più data center.

In passato, grandi organizzazioni facevano uso di server fisici anche per una questione di sicurezza, mentre oggi i vantaggi del server cloud sono tanto estesi da rendere questa soluzione una scelta primaria per molte imprese di diverse dimensioni.

 

5 vantaggi del server cloud

Tra i motivi per i quali il cloud si è affermato come una tecnologia superiore ce ne sono almeno cinque principali descritti qui di seguito.

Sicurezza

In passato per rendere sicura una rete di server ed i dati in essi contenuti era necessario rendere fisicamente inaccessibile tale rete. 

Il cloud  permette di aumentare ancora di più questo tipo di sicurezza distribuendo su più server i propri dati.
Infatti, trasferendo i dati di una compagnia su una rete di server cloud si ottiene un ulteriore strato di sicurezza in quanto un capace team di IT si occuperà di mantenere, aggiornare e controllare tutti gli strumenti che rendono il cloud al sicuro.

Sarà ancora necessario per ciascun utente avere la propria password ed i vari permessi.

Risparmio

Una compagnia in espansione avrà indubbiamente bisogno di aggiornare il modo in cui gestisce i propri dati e server.

Questo comporta anche una crescita del personale IT, oltre che del numero di macchine e l’acquisto di hardware vari.

Spostandosi su server cloud, una compagnia potrebbe invece affidare l’intero reparto IT al team di esperti che si occupa del cloud stesso, senza dover assumere altri dipendenti.

Così facendo, le risorse necessarie alla gestione dei dati sarebbero più facilmente modulabili ed i vantaggi sarebbero da subito visibili in termini di costi e tempi di esecuzione.

Flessibilità e modulabilità

La maggior parte dei sistemi cloud permette di modificare il tipo di piano e servizio prescelto per le proprie attività.

Una compagnia può cambiare la quantità ed il tipo di risorse che vuole ottenere dal cloud in pochissimo tempo. Questo grazie alla grande varietà di piani che i servizi di hosting offrono.

Questo tipo di modulabilità, combinato con il risparmio che deriva dal fare affidamento a dei professionisti del settore, permette alle compagnie di crescere in maniera più costante e pianificare meglio le manovre future.

Modello collaborativo

Il cloud è un tipo di gestione dei dati che favorisce grandemente la collaborazione.

Più persone possono avere accesso allo stesso set di dati, elaborare progetti ed implementare procedure anche da diverse zone del pianeta ed in zone orarie differenti, dato che le stesse informazioni sono disponibili ininterrottamente.

La produttività ne viene positivamente influenzata grazie alla possibilità di collaborare in tempo reale.

Affidabilità

Il termine backup  è ormai diventato d’uso quotidiano e si riferisce proprio ad uno dei benefici che si hanno lavorando con server cloud.

Se per una qualsiasi ragione perdi i dati contenuti in un computer o in un server. Il server cloud avrebbe sempre una copia disponibile.
Inoltre, essendo il server cloud distribuito su più server, anche nel caso che uno di questi smettesse di funzionare, tutte le operazioni saranno comunque implementate dagli altri server.

 

Passare ad un server cloud

Le ragioni per le quali il cloud è la scelta prediletta di molte organizzazioni sono molte ed i vantaggi sono evidenti.

Per qualsiasi compagnia che abbia progetti di espansione all’orizzonte, la tecnologia dei server cloud è lo strumento giusto per dare via alla crescita.

WebHosting24, con soluzioni di cloud hosting per tutte le esigenze e tutte le tasche, può diventare il partner adatto per dare il via alla crescita della tua azienda!
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