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07 Set

Come creare un brand da libero professionista

Hai mai pensato alla tua figura professionale come a un brand?

Pensare alla tua professione come un personal brand può davvero fare la differenza nel mondo del lavoro, soprattutto se sei un un libero professionista.

In questo articolo approfondiremo meglio questo concetto, fornendo alcune importanti consigli su come creare il tuo personal brand da libero professionista.

Iniziamo!

 

Come creare un brand da libero professionista: identifica le tue buyer personas

Il primo passo per realizzare un brand da libero professionista è quello di creare le buyer personas, cioè dei profili dettagliati dei propri clienti ideali

Creare le buyer personas vuol dire dare un volto alle abitudini del tuo target, in modo tale da comprendere più nel dettaglio i loro punti di vista. Questo livello di conoscenza può guidarti al meglio nella creazione di contenuti strategici e nello sviluppo di servizi e prodotti più efficaci. 

Prova a chiederti: 

Quanti anni hanno?

Dove vivono? 

Quali sono i loro interessi? 

Cosa fanno per vivere? 

Quanto guadagnano?

Dove si trovano online?

Investi del tempo in questa attività e la tua comunicazione sarà nettamente più efficace. 

 

Ricerca i tuoi clienti ideali

Il passo successivo è studiare le buyer personas che hai elaborato. Quindi contatta i tuoi clienti e i tuoi prospect e poni loro qualche domanda. Cerca di scoprire cosa gli piace dei tuoi servizi e prodotti e quali sono le sfide che li animano.

In quest’ottica può essere utile offrire un supplementare incentivo per darti queste informazioni, come una consulenza gratuita, una gift card o uno sconto sui tuoi prodotti e/o servizi. Inoltre ai tuoi clienti abituali piacerà molto il fatto che ti interessi delle loro opinioni, rafforzando la loro fedeltà al tuo brand.

 

Personal brand di un libero professionista: posiziona il tuo business nel mercato

Nella creazione di un personal brand, un ulteriore esercizio da fare è effettuare la SWOT analisi personale, ovvero individuare minacce e opportunità del mercato in cui operi e definire quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza. Tutto questo ti aiuterà a individuare ciò che ti rende unico. 

Questo procedimento ti aiuta a sviluppare il tuo posizionamento sul mercato, cioè in che modo vuoi che i tuoi potenziali clienti ti percepiscano. 

Posizionarsi sul mercato vuol dire comunicare ai tuoi potenziali clienti cosa ti distingue dagli altri

 

Sviluppa l’identità del tuo personal brand come libero professionista

Per questo passaggio è utile porsi alcune importanti domande: 

Che tipo di personalità vuoi mettere in evidenza nel momento in cui le persone interagiscono con il tuo brand? 

Sei eccentrico e divertente? Oppure il tuo brand è più serio e sofisticato? 

Oggi non basta soltanto avere un ottimo prodotto. I tuoi potenziali clienti desiderano interagire con aziende che hanno un‘identità con cui possono identificarsi.

Le persone vogliono non soltanto conoscere, ma anche innamorarsi del tuo brand proprio come se fosse una persona reale e non un mero fornitore di servizi e/o prodotti. 

 

Crea una strategia di comunicazione del tuo brand

Una volta completati tutti questi passaggi, è arrivato il momento di mettere tutto insieme e creare una strategia di comunicazione del tuo brand, che deve essere incentrata sui problemi percepiti dal tuo target e su come risolverli.

Il messaggio chiave dovrà essere lo stesso per tutti, ma dovrai declinarlo in diverse forme tante quante sono le tue buyer personas. Soltanto così potrai soddisfare tutte le esigenze individuali del tuo target ed essere veramente rilevante.  

 

Creare un brand da libero professionista: la strategia di content marketing

Una solida strategia di content marketing è in grado di sviluppare la storia del tuo brand e coinvolgere il tuo pubblico. Concentrati sulla creazione di contenuti che possano attrarre e qualificare i tuoi progetti e le tue idee

Crea ad esempio: 

  • blog post;
  • immagini da condividere sui social media; 
  • ebook;
  • video; 
  • email.  

Dedica del tempo per realizzare contenuti di valore per la tua audience. Così riuscirai a posizionarti come il giusto brand in grado di risolvere i loro problemi.

Ricorda inoltre che una solida strategia di content marketing contribuisce ad aumentare anche la visibilità del tuo brand, migliorando la tua reputazione e facendoti percepire come fonte rilevante.

 

Progetta e avvia il tuo sito web con Webhosting24

Adesso non ti resta che progettare e avviare il tuo sito web! 

Pensa al tuo sito web come al tuo canale principale di acquisizione di potenziali clienti e di distribuzione dei contenuti. Usa tutti i contenuti che hai realizzato per attirare potenziali clienti sul tuo sito e accompagnarli lungo tutto il funnel di vendita. 

Per fare in modo di allargare la portata dei tuoi contenuti puoi:

  • ottimizzare il tuo sito per la SEO;
  • utilizzare i social media in modo strategico;
  • stringere partnership con influencer del tuo settore;
  • fare campagne a pagamento.

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Come creare un brand da libero professionista: conclusioni

La tua strategia non sarà mai perfetta, soprattutto se sei all’inizio. È un flusso in continua evoluzione che richiede attenzione e cura costante. Piano piano che il tuo brand crescerà e imparerai cose nuove sulla tua audience, dovrai tornare alla strategia e apportare modifiche.  

L’analisi delle prestazioni della tua brand strategy può rivelarti dove stai facendo bene, cosa piace ai tuoi clienti, quali aree hanno margini di miglioramento e le tendenze del mercato che puoi sfruttare a tuo vantaggio. 

 

Tutto ciò che resta da fare è mettersi al lavoro!

31 Ago

Perché ogni e-commerce ha bisogno di un blog

Qual è il segreto per aumentare il flusso di visitatori interessati al tuo e-commerce? La risposta è il Content Marketing, cioè il tuo blog.

Oggi il blog rappresenta non soltanto una risorsa molto potente, ma anche una vera e propria occasione per il tuo business

Sappiamo come in ogni e-commerce la competizione sia molto alta, ma questo non vuol dire che non si possano creare buone opportunità di crescita. Un blog che tratta temi sui prodotti che offri e che sia costantemente aggiornato, è un’ottima arma per convincere i tuoi visitatori a rimanere sul tuo e-commerce piuttosto che concludere i loro acquisti da un tuo competitor.

Non sei convinto? 

Continua leggere e scopri perché ogni e-commerce ha bisogno di un blog! 

 

6 motivi sul perché ogni e-commerce ha bisogno di un blog

Ecco 6 motivi che ti aiuteranno a capire perché nel 2022 è importante avere un blog per e-commerce. 

  • Aumenta il traffico e attrai nuovi visitatori

Avere attività e traffico sul tuo sito di e-commerce non dovrebbe essere un desiderio, ma un vero e proprio fatto. Ecco che il blog rappresenta lo strumento perfetto per raggiungere proprio questo obiettivo.

Non solo infatti un blog tende a migliorare significativamente il traffico organico, ma i tuoi lettori avranno la possibilità di condividere i tuoi contenuti sui loro social media – per questo il nostro consiglio è che gli articoli del blog siano abbastanza informativi e ben scritti. 

Ricorda: ogni link che rimanda al tuo e-commerce e al blog avrà un impatto positivo sulla SEO.

  • Puoi affermarti come esperto

Un blog ti consente di mettere in evidenza il tuo marchio, le tue idee, il tuo sapere e le tue conoscenze. Insomma, ti fa diventare un esperto nella tua nicchia di mercato.

Se hai paura di non avere abbastanza idee per aggiornare costantemente un blog, prova a pensare a quali problemi o a quali domande potrebbe avere il tuo target e scrivi un articolo a proposito.

A seconda della conoscenza e della complessità tecnica dei tuoi prodotti, questa strategia può concretamente aiutare a convertire i visitatori in clienti.

  • Crea un rapporto di fiducia con i tuoi visitatori 

Se vuoi che i tuoi utenti acquistino i tuoi prodotti, devi prima guadagnarti la loro fiducia. Un ottimo metodo è quello di accogliere le recensioni dei clienti, ma anche disporre di un buon blog aiuta molto.

Nel 2022 creare un contatto personale con i propri clienti sta diventando sempre più importante. Un blog di e-commerce può aiutare a diffondere un po’ di calore nel settore del commercio online, che a volte può apparire freddo o impersonale – e allontanare i clienti.

  • Migliora la SEO

Con pubblicazioni e aggiornamenti regolari, i crawler dei motori di ricerca tenderanno a visitare più frequentemente il tuo sito, dandoti un ranking e una visibilità maggiore. Il tutto andrà a favore dei tuoi prodotti e delle tue vendite! 

  • Fai branding e comunica i tuoi valori 

Il blog rappresenta un valido strumento per fare brand Awareness e per comunicare quelli che sono i tuoi valori. Non puoi in alcun modo rischiare che il cliente si crei un’idea e un’immagine completamente diversa del tuo lavoro online. Il blog ti aiuta a posizionare il tuo e-commerce all’interno di uno specifico target e con valori ben definiti.

  • Customer care

Uno dei valori principali di un blog per e-commerce è la possibilità di fare customer care.

Quando i tuoi visitatori arrivano sul tuo e-commerce trovano qualcosa di utile e decidono di procedere all’acquisto. Se hai un blog, nel momento in cui i visitatori riscontrano un problema, invece di mandare un’email possono scrivere in uno spazio pubblico, ovvero sul blog, dove hai il totale controllo dei contenuti.

Forse già saprai che ci sono clienti che fanno sempre la stessa domanda riguardo un servizio o prodotto. Ecco che puoi usare il blog per creare una serie di contenuti che siano in grado di rispondere alle domande più frequenti. Inoltre chi cerca direttamente una risposta sul motore di ricerca trova il tuo blog con la soluzione.

Se vuoi velocizzare i lavori di assistenza clienti puoi anche sfruttare un articolo per indirizzare gli utenti verso la giusta strada. 

 

5 spunti per i contenuti del tuo blog per e-commerce 

Sicuramente scegliere gli argomenti di cui parlare all’interno di un blog per e-commerce è la fase più complicata, anche se molto probabilmente lo è in ragione del fatto che questo strumento sia spesso sottovalutato. 

Ecco 5 idee per aiutarti nei tuoi contenuti e per valorizzare al massimo il tuo blog:

  • La tua storia: racconta ai tuoi visitatori com’è nata la tua idea e la storia che c’è dietro al tuo brand;
  • Perché sceglierci: ricorda che per convincere gli utenti sul perché debbano sceglierti non hai bisogno di attaccare i tuoi competitor. Piuttosto metti in luce tutte le tue qualità migliori, facendo semplicemente capire che il tuo brand è la scelta migliore;
  • I segreti del tuo settore: apri una discussione sui segreti della tua categoria di mercato o del tuo settore. Ai lettori piace avere l’occasione di vivere più da vicino un certo contesto;
  • Dai consigli sui prodotti – e non soltanto sui tuoi: offri consigli su prodotti appartenenti al tuo settore e sugli strumenti che consideri utili per i tuoi visitatori;
  • Sviluppi e novità del tuo settore: cerca di essere il primo a dire ai tuoi lettori cosa sta cambiando e quali siano le novità della tua categoria di mercato. Non aspettare che scoprano queste notizie dai tuoi competitor!

 

Quindi, perché ogni e-commerce ha bisogno di un blog? 

Un blog è uno strumento molto prezioso – e indispensabile – per il tuo e-commerce. Creare un blog di successo richiede impegno, tempo e risorse, ma ne vale sicuramente la pena. 

Postando regolarmente degli articoli puoi aumentare la fidelizzazione dei tuoi clienti, la tua brand awareness e le vendite.

 

Che aspetti? 

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24 Ago

Come iniziare un blog nel 2022

Sei alla ricerca di una guida semplice e pratica che ti guidi passo per passo per iniziare a costruire un blog? 

Sei nel posto giusto!

In questo articolo scoprirai i passaggi fondamentali per iniziare un blog nel 2022. Ti spiegheremo come creare un blog semplice e funzionale attraverso una pratica guida. 

Iniziamo! 

 

Come iniziare 

Quando si inizia un blog, uno degli errori principali è quello di pensare che per avere successo è necessario dover essere ottimi scrittori. Non potrebbe essere più lontano della realtà! Tutte le persone che leggono questi spazi hanno una propria visione delle cose. Proprio per questo motivo la maggior parte dei blogger scrive in maniera informale.

E poi per iniziare un diario elettronico nel 2022 non devi necessariamente essere esperto in qualcosa

Facciamo un esempio. 

I lettori di un blog di cucina non hanno interesse a leggere libri di scienze o di testo sull’argomento, ma semplicemente vogliono scoprire le esperienze di qualcuno che ha cucinato davvero determinati piatti, ma anche i loro errori e altre informazioni utili.

Insomma, il successo del blog passa dalla tua passione per l’argomento del quale parli.

 

Perché iniziare un blog nel 2022? 

Ecco qualche motivo che dovrebbe convincerti nell’iniziare un blog nel 2022: 

  • Guadagnare soldi da casa. Se infatti il blog è progettato bene, può anche diventare una buona fonte di guadagno. Il vantaggio principale di questo aspetto sta nel guadagno passivo, dato che puoi scrivere sul blog anche soltanto un paio di ore a settimana e guadagnare anche anni dopo aver fatto una pubblicazione;
  • Condividere la tua storia. Il blog ti permette di avere una voce, ma  anche di sentire il punto di vista delle altre persone. Se scegli di farlo puoi letteralmente condividere la tua storia con il mondo intero;
  • Avere una conferma per se stessi. Un blog di successo può far realizzare certe idee e regalarti tante soddisfazioni. Tanti blogger sono diventati molto conosciuti come esperti nel proprio settore, mentre altri hanno ottenuto anche offerte per scrivere libri; 
  • Trovi una comunità. Il blog è un ottimo modo per connetterti con altre persone che hanno i tuoi stessi interessi. Ti permette di condividere le tue esperienze e la storia, in modo tale da poter consigliare i tuoi lettori e ricevere qualche consiglio. 

Se è da tempo che pensi di iniziare il tuo blog, non c’è momento migliore del 2022!  

 

Come iniziare un blog nel 2022 in 4 passi

Seguendo questi passaggi imparerai a creare il tuo blog in pochissimo tempo – sono necessari solo 15 minuti:

  • Scegli un nome per il tuo blog;
  • Registra il tuo blog
  • Personalizza il tuo blog;
  • Scrivi il tuo primo articolo! 

 

Passo 1: scegli un nome per il tuo blog

Il primo passo per scegliere un buon nome per il tuo blog è quello di trovare qualcosa che vada bene con il tema del quale parlerai. 

Se ancora non sei sicuro di cosa parlerai nel blog, puoi trovare in più modi una buona idea per il nome:

  • Le tue passioni o i tuoi passatempi sono un buon punto di partenza. Classici esempi sono le auto, lo sport, la moda, i viaggi, la cucina. Anche i blog di passioni meno comuni possono ottenere grande successo, e questo perché sono veramente tante le persone che ogni giorno navigano sul web; 
  • Esperienze di vita. Lo scambio di queste esperienze può essere molto utile a tante persone che stanno vivendo delle situazioni molto simili. Pensa a tutto quello che hai vissuto. Potrebbe essere qualcosa che riguarda il lavoro, la famiglia o magari altre situazioni di vita;
  • Un diario personale sul web. Può comprendere molte tematiche diverse tra loro, dalle cose che fai ogni giorno a pensieri casuali. In questo modo non sarai limitato da un argomento specifico.

Una volta scoperto su cosa vuoi scrivere, è il momento di scegliere un nome per il tuo blog.

 

Come scegliere un buon nome 

Un buon nome descrive il tuo diario elettronico e fa subito capire ai lettori cosa troveranno al suo interno

Se scrivi di un argomento specifico cerca di includerlo nel nome del blog. Inoltre prova a non limitarti a una sola parola.

Facciamo un esempio.

Se vuoi creare un diario personale, il nostro consiglio è di usare il proprio nome o qualche altra forma del nome, dato che il blog parla direttamente di te. Se il tuo nome è già in uso, puoi aggiungere il tuo nome di battesimo o magari il tuo soprannome. 

Se il nome che hai scelto risulta essere già in uso, hai ancora a disposizione un paio di opzioni:

  • Provare a usare altre estensioni del dominio. Se ad esempio la versione .it è già in uso, puoi provare con le versioni .com o .org;
  • Aggiungi piccole parole, come mio o questo
  • Aggiungi trattini tra le parole.

 

Passo 2: pubblica il tuo blog

Una volta che hai trovato il nome perfetto, arriva il momento di pubblicare sul web. Questo passo potrebbe sembrare difficile e impegnativo, ma la prima cosa da sapere è che anche per questo passaggio non è assolutamente necessario essere informatici o programmatori.

Per iniziare un blog nel 2022 ti serviranno soltanto due cose: 

La buona notizia è che solitamente sono entrambe comprese in un solo pacchetto. 

Webhosting24 offre una semplice soluzione hosting cloud per tutti!

In dipendenza dal tipo di hosting offriamo diversi pacchetti ottimizzati (WordPress, Joomla, CMS, eCommerce ecc.).

 

Passo 3: personalizza il tuo blog

Valorizza le tue idee e i tuoi contenuti scegliendo un template che meglio si adatti a te e al messaggio che vuoi veicolare con il tuo blog

Ogni piattaforma mette a disposizioni centinaia – a volte migliaia – di template tra cui scegliere. E’ impossibile non trovare quello perfetto per la tua idea. 

 

Passo 4: scrivi il tuo primo articolo

Adesso che il vostro spazio web è attivo, è arrivato il momento di creare qualche articolo e pubblicarlo!

Parla di tutto quello che vuoi e cerca di usare un tono di voce adatto al tipo di messaggio che vuoi veicolare. Aggiungi qualche immagine per rendere più accattivante il tutto e pubblica il tuo primo articolo! 

 

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Se dovessero esserci problemi con il Tuo sito, il Tuo server o con altri prodotti, i nostri tecnici sono a Tua disposizione quasi 24 ore su 24 tramite ticket di supporto o via telefono.

 

17 Ago

Costruire un sito da zero nel 2022 passo per passo

Che tu faccia parte di una grande azienda, che tu sia un piccolo imprenditore o un semplice blogger, per costruire un sito da zero nel 2022 ti basterà seguire alcuni consigli fondamentali. 

Anche se non sei un informatico o un programmatore, in questa guida scoprirai come creare un sito web professionale per la tua attività online. 

Iniziamo!

 

Gli strumenti per costruire un sito da zero

Nel 2022 per creare un sito web servono queste 4 cose:

  1. Il dominio, ovvero il nome del tuo sito web;
  2. L’hosting web, cioè lo spazio su Internet dove verrà ospitato il tuo sito web o il tuo blog;  
  3. WordPress o altre piattaforme;
  4. Quindici minuti del tuo tempo – perché per creare un sito web ci vuole davvero pochissimo tempo! 

 

Come costruire un sito da zero nel 2022 in 7 semplici passi

Per costruire un sito web da zero ci sono fondamentalmente 7 passaggi, che variano in modalità e complessità a seconda delle specifiche esigenze e del tipo di sito. Ecco quali sono: 

  1. Analisi preliminare del settore e della concorrenza;
  2. Creazione di una mappa preliminare del sito; 
  3. Scelta del dominio;
  4. Scelta di hosting, CMS o della piattaforma per costruire il sito web;
  5. Tema e web design;
  6. Configurazione del sito web – categorie, plugin, sidebar, etc;
  7. Curare gli aspetti tecnici – privacy, GSC, Google Analytics.

 

Passo 1: Analisi preliminare per costruire un sito da zero 

Pima di iniziare a creare un sito – e fare in modo che abbia successo – è necessario effettuare alcune analisi preliminare. Ecco quali sono i prerequisiti:

  • Avere un’immagine ben definita del brand, quindi avere ben chiaro quale sia la personalità e l’immagine complessiva del tuo brand. Questa analisi è importante perché dovrà poi informare ogni decisione che prenderai sul tuo sito web. È quindi importante avere in mente come sarà fatto il proprio logo, che tipo di immagine vuoi che il tuo sito veicoli, quali saranno i colori nella tua palette distintiva;
  • Fare un’analisi di mercato e dei competitor: scopri che tipo di sito hanno i tuoi principali competitor e quali sono le best practice del tuo settore di appartenenza;
  • Conoscere il proprio target, magari costruendo delle buyer personas. Questo ti consentirà di capire che siti frequentano, come fanno acquisti, come pensano. In questo modo potrai dare loro quello che desiderano; 
  • Elaborare il tone of voice: pensa al tono di voce che vuoi adottare e il modo in cui vuoi comunicare.

 

Passo 2: Creazione di una mappa del sito

La prima domanda che devi porti è: 

quante e quali pagine voglio inserire?

Ovviamente puoi sempre modificare questa scelta, ma è importante chiarirti le idee su quali categorie, pagine e sezioni principali il tuo sito avrà. La base di tutto è la Homepage, per cui pensa all’aspetto che vuoi che abbia. 

Ti piace l’idea di uno slider di immagini iniziali? 

Preferisci un video di presentazione? 

Vuoi mettere subito in evidenza articoli e prodotti? 

Nella maggior parte dei siti sono anche presenti delle sezioni quali:  

  • Chi siamo;
  • Servizi;
  • Blog/Risorse;
  • Contatti. 

Tuttavia, ogni business è diverso per cui le opzioni tra cui scegliere sono pressoché infinite. 

 

Passo 3: Scegliere il nome del dominio 

Il dominio è ciò che andrà a comporre la tua URL, ovvero quello che i clienti digitano sul browser per trovarti. 

Ecco qualche consiglio per scegliere il perfetto nome di dominio: 

  • Fai una ricerca di parole chiave e prova ad inserire la keyword che meglio descrive il tuo brand; 
  • Fai in modo che sia facilmente leggibile e che non ci siano complessità fonetiche;
  • Numero di caratteri contenuto;
  • Verifica che non sia già in utilizzo.

Con più di 1200 estensioni di nomi a dominio disponibile, sicuramente anche il nome giusto per te lo troviamo: grazie al nostro Domain-Checker puoi verificare in modo rapido se il Tuo indirizzo web desiderato è disponibile.

 

Passo 4: Scegli hosting e CMS per costruire un sito da zero 

Il tuo sito web deve vivere in uno spazio online, quindi dovrà avere un hosting.

Il servizio che lo ospita è determinante per il successo del tuo sito, perché tende a influenzare il tempo di caricamento dei contenuti, lo spazio che hai a disposizione, le performance del sito e molto altro.

Webhosting24 è la piattaforma hosting del fai-da-te! Crea il Tuo sito internet in pochi clic, imposta i Tuoi indirizzi e-mail e gestisci il tutto tramite pannello di controllo e CMS.

 

Passo 5: Cura il web design scegliendo tra vari temi

Qualsiasi piattaforma offre tantissimi template tra cui scegliere. Solitamente sono gratuiti, ma ti consigliamo di fare un piccolo investimento per averne uno più professionale.

Il tema infatti non è soltanto un mero insieme di immagini e colori, ma una vera e propria infrastruttura per il tuo sito web. Il nostro consiglio è di rivedere il tuo sitemap e riflettere bene su quale tema possa avvicinarti ai tuoi obiettivi.

 

Passo 6: Configurazione del tuo sito web

Ogni CMS o piattaforma mette a disposizione degli elementi aggiuntivi. Questi elementi sono plugin, App, Add-on o etc, a seconda della piattaforma che stai utilizzando.

Tra gli elementi che devi considerare di aggiungere per costruire un sito da zero nel 2022 troviamo: 

  • Integrazioni di marketing per fare cross-selling e upselling;
  • Sistemi di messaggistica – chatbot;
  • Filtri anti-spam;
  • Correttori SEO;
  • Elementi di design ulteriori – come grafici e tabelle.

 

Passo 7: Curare gli aspetti tecnici 

Un ultimo punto fondamentale per costruire un sito da zero è sicuramente la parte legale. Ricordati di inserire privacy policy e cookie, specialmente se hai intenzione di raccogliere i dati dei tuoi utenti per la lead generation e per un’analisi marketing. La normativa a cui fare riferimento è il GDPR

Se hai un ecommerce, ricordati di inserire Termini e condizioni di vendita, all’interno dei quali elencare tutte le modalità con cui si svolgono le transazioni e come viene erogato il servizio.

Nel footer ricordati di inserire i dati del tuo business, quali contatti, P.Iva e ragione sociale.

Tra le ultime cose da fare, ci sono ulteriori aspetti tecnici: ti consigliamo di collegare il tuo nuovo sito web a Google Analytics e GSC – Google Search Console, due strumenti molto potenti che ti consentono di verificare l’andamento del traffico, e se ci sono problemi ti aiuteranno a risolverli.

 

Sei pronto a costruire un sito da zero!

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26 Lug

Hosting gratis: pro e contro

Oggi creare un sito web non è molto difficile, soprattutto grazie alla presenza di diversi tipi di soluzioni che consentono a tutti di mettere rapidamente online i propri blog personali o siti anche senza conoscere specifici linguaggi di programmazione o essere degli esperti webmaster. Pensiamo ad esempio a WordPress, una piattaforma praticamente universale per qualsiasi blog o sito della rete, ma anche a moltissimi altri servizi online che consentono di automatizzare la creazione di un sito vetrina o di un blog.

Indipendentemente dalla piattaforma scelta, rimane però il problema di dove pubblicare il proprio blog o il proprio sito. Oggi ci sono moltissime offerte hosting, ma alcune di queste risultano estremamente costose e sono soprattutto indicate per utilizzi professionali.

Fortunatamente esistono delle soluzioni di hosting gratis, che ti consentono di avere un primo approccio al mondo della realizzazione dei siti web senza dover investire.

Vediamo nel dettaglio tutti i pro e i contro di questa opzione. 

 

Hosting gratis: pro e contro

Un servizio di web hosting può essere sia a pagamento che gratuito. Se è vero che optando per un hosting gratuito è possibile risparmiare anche grandi cifre, è pur sempre vero che le risorse gratuite reperibili sul web sono quasi sempre estremamente limitate e non riescono a garantire uno spazio di manovra tale da poter essere utilizzate professionalmente o per un progetto a lungo termine.

Sicuramente il vantaggio principale di un hosting gratuito è l’assenza di costi, permettendo di caricare un blog o un sito senza dover mettere le mani al portafogli. Sono però soluzioni che devono essere utilizzate per fini amatoriali o “caserecci”, non certamente per siti professionali. Questo perché i servizi di web hosting gratuiti presentano delle specifiche limitazioni.

Innanzitutto, trattandosi di soluzioni gratuite, non sono in grado di offrire delle garanzie di utilizzo. Inoltre di norma:

  • hanno una banda – ovvero la quantità di visitatori o di traffico transitabile sul sito mensilmente – limitata
  • in molti casi vi è un vincolo di inserire banner pubblicitari all’interno del proprio sito web;
  • è presente soltanto una casella di posta elettronica
  • solo occasionalmente hanno il supporto alle più diffuse tecnologie per il web – database MySQL, PHP e server Apache, PHP. 

In alcuni casi, gli host gratuiti prevedono l’obbligo di utilizzare WordPress o consentono di ospitare soltanto siti statici, esclusivamente attraverso il markup HTML ed i file di stile CSS.

 

Come scegliere l’hosting perfetto per le tue esigenze

Qualsiasi siano le tue esigenze, siamo sicuri che esista l’hosting perfetto per te. Anche nella scelta di un hosting gratis, sono diversi gli elementi da considerare. Vediamo quali sono i principali.

Spazio web

Rappresenta lo spazio che ti serve per mettere online il tuo sito e tutte le tue pagine web. Ovviamente è fortemente legato al tipo di sito che desideri mettere online. Se vuoi avere un sito personale non hai bisogno di un enorme spazio web – gli hosting gratuiti andranno benissimo -, ma se ad esempio vuoi creare un sito web ricco di funzionalità o un e-commerce, invece avrai bisogno di molti GB.

Installazione one click di app e CMS

I migliori servizi di Hosting ti danno la possibilità di installare in modo semplice e rapido le principali App usate per la realizzazione di siti web, ma anche i tool più famosi al mondo di CMS – Content Management System – al fine di realizzare siti web anche se non si ha alcuna conoscenza tecnica. 

Traffico mensile

Cerca di individuare la quantità di dati che l’hosting è in grado di supportare sul server. Solitamente un sito medio/piccolo riesce a generare un massimo di 5 GB di traffico mensile. 

Funzionalità multidominio

Consiste nella possibilità di usare lo stesso piano hosting per più di un dominio.  

Linguaggi di programmazioni e database

Se vuoi creare un sito internet dinamico devi avere uno spazio web che sia in grado di  supportare i principali linguaggi di programmazione – uno su tutti il PHP – e avere almeno un database da utilizzare.

Backup giornalieri

Ovvero un sistema informatico che sia in grado di creare una copia di riserva di tutti i tuoi dati. Avere un backup è importantissimo per realizzare un ripristino immediato in caso di perdita dei dati.

Dominio e caselle di posta inclusi

Generalmente i migliori piani di hosting includono la registrazione di un dominio di secondo livello e almeno 5 caselle di posta personalizzate protette da spam e virus. Se non hai esigenze professionali, avere anche solo una casella di posta elettronica è più che sufficiente. 

Assistenza Clienti

In momenti di difficoltà, avere un buon servizio clienti con personale veloce, cordiale e preparato nelle risposte è di grande aiuto! 

 

Hosting gratuito vs hosting a pagamento: conclusioni

Se è vero che le caratteristiche e la qualità di un hosting gratuito sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle di un hosting a pagamento, la tua scelta dovrebbe basarsi sull’utilizzo che pensi di farne e sulle tue reali esigenze

Se il sito web che vuoi realizzare è un sito web aziendale, il nostro consiglio è quello di affidarsi ad un hosting professionale a pagamento, soprattutto se ha incluso i backup giornalieri e l’assistenza tecnica.

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Contattaci per saperne di più!

19 Lug

Come gestire al meglio i rischi del cloud

Negli ultimi anni l’adozione del cloud ha registrato una crescita esponenziale. Tuttavia è necessario ricordare che questo passaggio genera una serie di nuovi rischi informatici, che possono concretamente mettere in pericolo le aziende e i loro clienti. Nel migliore dei casi i rischi informatici comportano un aumento dei costi, mentre nei casi peggiori possono anche sfociare in una perdita dei clienti, degli affari e della reputazione dell’azienda, e nel caso di piccole realtà anche obbligare alla chiusura. 

I rischi normalmente associati alle tecnologie cloud riguardano la sicurezza dei dati e la privacy. L’assenza di un approccio efficace a queste tecnologie dovrebbe essere una questione di primaria importanza per qualsiasi azienda. Ecco quindi una guida completa su come gestire al meglio i rischi del cloud

 

Fattori di rischio del cloud

Quando si passa ad una tecnologia cloud, se non si prendono in considerazione le conseguenze negative legate ai rischi informatici e se questi non vengono approfonditi nel dettaglio, non si è neanche in grado di capire il pericolo che si corre. 

Il primo fattore di rischio risiede nella difficoltà di controllo dei livelli di sicurezza che sono messi a disposizione dal cloud – e da eventuali terze parti – nei confronti dell’utente.  Queste misure di sicurezza potrebbero infatti non essere correttamente fortificate, dimostrandosi particolarmente vulnerabili agli attacchi informatici. Come pericolo potrebbe anche esserci la condivisione del servizio con molti utenti, che potrebbe presentare delle importanti lacune in alcuni punti. 

Un’altra problematica è legata alla privacy. I diversi cloud provider hanno sedi dislocate in differenti zone del mondo. Vista la delicatezza di questo fenomeno, l’ubicazione geografica dei dati potrebbe essere molto difficile da stabilire. Di conseguenza, non si comprende pienamente come trattare le informazioni sensibili che si trovano all’interno del cloud, e potrebbero nascere complicazioni sulla trasparenza e sulla chiarezza delle normative da applicare nei confronti dei lavoratori e dei clienti.  

Infine, i provider di cloud sono spesso poco chiari nel momento in cui devono definire eventuali clausole di sicurezza personalizzate. Accettarle potrebbe non essere molto convincente. Prima di affidarsi a questi sistemi bisognerebbe quindi avere una panoramica completa.  

 

Sicurezza del cloud: quali aspetti valutare

Per quanto riguarda il tema della sicurezza del cloud, ci sono molti aspetti che devono essere attentamente analizzati e che si devono prendere in alta considerazione. 

Il primo – e probabilmente anche il più importante – è la Governance. Si tratta di analizzare il grado di sicurezza del cloud service, considerando quelle che sono le protezioni adottate nei confronti dei propri utenti, il framework di Cyber Security e la sua policy. Inoltre è importante analizzare anche la Compliance, ovvero il comportamento del cloud provider nelle situazioni pericolose – come ad esempio di data breach – o la sua conformità con le normative GDPR. 

Un altro aspetto da analizzare è il Data Protection, che include tutte le misure di sicurezza che sono adottate dal provider al fine di proteggere gli utenti da eventuali tentativi di accesso forzati e non autorizzati. In un certo senso la Data Protection rappresenta l’ago della bilancia, che consente di comprendere la generale serietà del sistema cloud. 

Oltre a ciò, è importante visualizzare anche gli elementi riguardo la Security. Ricorda che tutte le protezioni devono essere applicate ai server virtuali, fisici, applicazioni e relative API e S.O.. In questo caso, per prevenire ed impedire attacchi informatici devi informarti su policy di sicurezza, antivirus e patch rilasciate dal team di gestione del cloud. 

Come ultimo elemento devi controllare la Physical Security di un servizio cloud. Questo aspetto include la sicurezza fisica delle infrastrutture della società che gestisce il cloud, oltre che l’eventuale gestione da parte della stessa azienda nei confronti di particolari situazioni – come ad esempio incendi e allagamenti.  

 

Gestire i rischi del cloud: le soluzioni da adottare

Quali sono le migliori soluzioni di sicurezza per il cloud? 

Vediamole insieme nel dettaglio. 

DLP (Data Loss Prevention)

I servizi di DLP sono in grado di offrire tutta una serie di servizi e strumenti concepiti per garantire la sicurezza dei dati cloud regolamentati. Queste soluzioni usano una particolare combinazione di avvisi al fine di intervenire in caso di problemi, oltre che misure preventive e crittografia dei dati per proteggere tutti i dati inattivi, memorizzati o in transito.

IAM (Identity and Access Management)

Gli strumenti e servizi IAM permettono alle aziende di implementare protocolli di applicazione per tutti gli utenti che accedono a servizi on-premise e cloud. La principale funzione di IAM consiste nel creare un’identità digitale per tutti gli utenti. In questo modo gli utenti sono attivamente monitorati e – quando necessario – limitati, durante tutte le interazioni dei dati.

SIEM (Security Information and Event Management)

SIEM offre una soluzione completa di orchestrazione della sicurezza che, in caso di minacce in ambienti basati su cloud, automatizza la rilevazione, il monitoraggio e la risposta al problema. Sfruttando delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale per correlare i dati di log su più risorse digitali e piattaforme, la tecnologia SIEM fornisce ai team IT di ogni azienda la possibilità di applicare con successo i propri protocolli di sicurezza di rete. La tecnologia SIEM è infatti in grado di reagire velocemente a qualsiasi potenziale minaccia.

In conclusione, oggi le aziende devono necessariamente essere in grado di reagire in modo rapido alle vulnerabilità scoperte o alle significative interruzioni del sistema. Le soluzioni di disaster recovery rappresentano un elemento basilare della sicurezza del cloud e sono in grado di fornire alle aziende servizi, protocolli e strumenti necessari per accelerare il recupero dei dati persi e riprendere così la normale attività dell’organizzazione. 

 

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12 Lug

Cloud model: scegli quello più adatto a te

Sebbene si senta spesso parlare di cloud model, sembra che non ci sia ancora una definizione generalmente accettata.
Il “Journal of Object Technology” fornisce una definizione abbastanza semplice ma completa di cloud computing: la capacità di accedere a file, dati, programmi e servizi di terze parti tramite Internet da un browser Web ospitato da un provider di terze parti, incluso il pagamento per le risorse informatiche e servizi a cui si accede.
Secondo Microsoft Azure, il cloud computing è la fornitura di servizi informatici tra cui server, storage, database, networking, software, analisi e intelligence tramite Internet. Inoltre, il cloud computing è talvolta usato come sinonimo di elaborazione su richiesta, software as a service (SaaS) e grid computing, dove “cloud” significa un data center.

Nonostante esistano molte definizioni di cloud computing, una cosa è certa: è un servizio che include diversi modelli di implementazione del cloud, con tutti i loro pro e contro.

Effettivamente cloud non è una tecnologia di per se, ma un modo in cui implementare e distribuire risorse per gestire meglio richieste e traffico di dati.

 

Tipi di cloud

Stando a quanto detto sopra, si intuisce che ci possono essere più modelli di cloud con differenti caratteristiche.
La National Institution of Standards and Technology (NIST) stabilisce 4 diversi tipi di cloud che descriveremo nelle prossime righe.

Cloud pubblico: un cloud disponibile pubblicamente, con dati archiviati su server di terze parti. I vantaggi di questo tipo di cloud computing sono l’economicità, il facile accesso, la scalabilità, la semplicità di configurazione e utilizzo; e gli svantaggi sono problemi di sicurezza, mancanza di un approccio individuale ai clienti e affidabilità compromessa.

Cloud privato: un cloud accessibile in privato. Da un punto di vista tecnico i cloud pubblici e privati ​​sono simili, con l’unica differenza che un cloud privato è di proprietà di un’azienda. I vantaggi del cloud computing nei cloud privati ​​includono un approccio individuale ai clienti. Un maggiore controllo sulle informazioni aziendali riservate e una migliore sicurezza e affidabilità. Lo svantaggio principale è, ovviamente, il prezzo.

Cloud ibrido: un mix di infrastrutture e funzionalità cloud pubbliche e private che comprendono i migliori elementi di entrambi i modelli di implementazione del cloud I vantaggi comprendono una maggiore sicurezza e affidabilità, una maggiore scalabilità e un prezzo ragionevole; ma questo ha senso solo se un’azienda può dividere i propri dati e archiviarli in diversi cloud.

Community Cloud: questo tipo di cloud offre risorse informatiche condivise con altre aziende e organizzazioni, spesso con un numero limitato di utenti. Il modello assomiglia quindi a un cloud privato. I vantaggi qui includono costi condivisi, che riducono il prezzo, e una maggiore sicurezza. Tuttavia, il principale svantaggio del cloud computing in questo caso è il costo per gli individui o le piccole aziende, poiché è superiore a quello dei cloud pubblici.

Un modello di cloud è caratterizzato sia dall’ubicazione dell’infrastruttura che da chi ha il controllo su di essa e dalla configurazione dei suoi parametri, come la dimensione dello spazio di archiviazione e l’accessibilità.

 

Come scegliere

Ma come decidere il miglior modello di implementazione cloud adatto alle tue esigenze?
Questa può essere una grande sfida! Il prerequisito per il successo è considerare attentamente i pro e i contro dei diversi modelli di cloud computing.
A questo bisogna aggiungere che ogni azienda ha esigenze differenti, non solo al tempo presente ma anche stando alle sue scelte future, perciò è necessario valutare bene le caratteristiche dei vari cloud model.

Alcuni dei fattori da considerare sono:

Pooling delle risorse: le risorse informatiche come storage, elaborazione, memoria e larghezza di banda sono geograficamente indipendenti. Il cliente non solo può accedervi indipendentemente dall’ubicazione, ma molte volte non ha alcun controllo o conoscenza sull’ubicazione delle risorse ospitate. Le risorse di calcolo vengono raggruppate per servire più consumatori.

Utilizzando un modello multi-tenant, con diverse risorse fisiche e virtuali assegnate e riassegnate dinamicamente in base alla domanda dei consumatori.

Rapida reattività: il cloud computing riguarda agilità e flessibilità, come la capacità di soddisfare le richieste del flusso di lavoro in tempo reale aumentando e diminuendo la capacità secondo necessità in modo automatizzato senza che questo influisca in alcun modo sul servizio reso all’utente finale. Si tratta di avere la capacità di sfruttare le risorse su scala globale.

Self-Service on-demand: un utente può scegliere e modificare facilmente capacità di calcolo, risorse di rete e spazio di archiviazione secondo le necessità del momento senza richiedere assistenza o interazione da parte del personale di supporto. In questo modo potrà gestire il proprio cloud in maniera dinamica ma senza dover ricorrere continuamente all’assistenza tecnica del provider o di un team di tecnici.

Servizio misurato: i fornitori di servizi cloud offrono ai clienti la possibilità di ottimizzare e gestire le risorse sottoscritte attraverso la misurazione. L’utilizzo delle risorse viene monitorato e segnalato, che può essere utilizzato per la fatturazione.

Ampio accesso alla rete: le risorse sono accessibili tramite meccanismi standard sulla rete per piattaforme client e dispositivi mobili. Questa è una caratteristica fondamentale per aziende che estendono i propri servizi ad un numero significativo di utenti con dispositivi mobili.

 

Conclusioni

A che punto è la tua azienda nella distribuzione di un modello cloud? Stai utilizzando il cloud pubblico o la tua strategia cloud è un po’ più avanzata e sfrutta un modello di cloud ibrido?

Potrebbe sembrare una scelta difficile da fare o che cambiare cloud model a questo punto sia una cosa troppo difficile da eseguire.

A Server24 ti aiutiamo nella tua scelta rispondendo a tutte le tue domande ed aiutandoti a pianificare una strategia digitale ottimizzata alla tua azienda.

Un cloud model preparato su misura per la tua azienda è da vedere come un investimento sul lungo termine.
Il tipo di investimento che ti aiuta a servire meglio i tuoi clienti, risparmiare risorse e dare un’immagine professionale alla tua attività.

Server24.it ti permette di provare il cloud gratuitamente e guiderà ad ogni passo del tuo percorso per offrire il miglior servizio possibile ed assicurarsi che tutti i tuoi obiettivi siano raggiunti.

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05 Lug

Cybersecurity: come vengono rubati i dati

Negli ultimi anni la cybersecurity è diventata un problema di assoluta rilevanza soprattutto per le aziende che trattano quotidianamente dati e che devono proteggerli da minacce di ogni tipo. 

In un’era basata principalmente sulle informazioni, il furto o la perdita di dati può avere conseguenze anche molto gravi. Alcune informazioni personali che sono memorizzate su un computer possono essere difficili da sostituire, o nel peggiore dei casi potrebbero offrire ai cybercriminali l’opportunità di rubare denaro o l’identità digitale dell’utente. 

Come vengono rubati i dati? 

Ma soprattutto, cosa fare per proteggersi?

In questo approfondimento scoprirai tutto quello che devi sapere sulla cybersecurity

Continua a leggere per saperne di più!

 

Cybersecurity: cos’è

La cybersecurity – anche conosciuta come sicurezza delle informazioni elettroniche o sicurezza informatica – indica la difesa di reti, sistemi elettronici, dispositivi mobili, server, computer e dati dagli attacchi dannosi. La cybersecurity si applica a vari contesti, dal mobile computing al business, e può essere suddivisa in diverse categorie.

Sicurezza operativa

Comprende decisioni e processi per la protezione e la gestione degli asset di dati. All’interno della sicurezza operativa troviamo le procedure che determinano dove e come possono essere memorizzati o condivisi i dati e tutte le autorizzazioni utilizzate dagli utenti per accedere a una determinata rete.

Sicurezza delle informazioni

Ha il compito di proteggere la privacy e l’integrità dei dati, sia quelli temporanei che quelli in archivio.

Sicurezza delle applicazioni

Consiste nella protezione di software e dispositivi da eventuali minacce. Una sicurezza efficace comincia dalla fase di progettazione, molto prima del deployment di un dispositivo o di un programma. 

Sicurezza di rete

Si tratta della difesa delle reti informatiche dalle azioni di malintenzionati, indipendentemente dal fatto che si tratti di malware o attacchi mirati.

Disaster recovery e business continuity

Indicano l’insieme delle strategie con le quali l’azienda risponde a un incidente di cybersecurity o a un qualsiasi altro evento che comporta la perdita in termini di dati e operazioni. 

Scendendo nel dettaglio, le attività di disaster recovery comprendono le procedure da utilizzare al fine di ripristinare le informazioni e le operazioni dell’azienda, in modo tale da ottenere la stessa capacità operativa che si aveva prima dell’evento. 

La business continuity è invece il piano adottato dall’azienda nel tentativo di operare in mancanza di alcune risorse.

Formazione degli utenti finali

Riguarda uno degli aspetti più importanti della cybersecurity, ovvero le persone

Anche se accidentalmente, chi non rispetta le procedure di sicurezza rischia di introdurre un virus all’interno di un sistema altrimenti sicuro. Insegnare agli utenti ad adottare alcuni importanti accorgimenti, a non inserire unità USB non identificate e ad eliminare gli allegati e-mail sospetti, è essenziale per la sicurezza di qualsiasi azienda.

In sostanza quindi la cybersecurity si concentra sugli aspetti legati alla sicurezza di tutte quelle informazioni che sono rese accessibili da sistemi informatici, ponendo l’accento sulle qualità reattività, robustezza e resilienza che una tecnologia deve avere per fronteggiare gli attacchi informatici.

 

Le 3 tipologie di cyberminacce

La cybersecurity ha lo scopo di contrastare tre tipi diversi di minacce. Ecco quali sono: 

 

  • Cyberattacchi: spesso hanno lo scopo di raccogliere informazioni per finalità politiche;
  • Cybercrimine: include un gruppo o singoli attori che attaccano i sistemi al fine di provocare interruzioni nelle attività aziendali o per ottenere un ritorno economico;
  • Cyberterrorismo: ha come obiettivo quello di minare la sicurezza dei sistemi elettronici per suscitare paura o panico.

 

Cybersecurity: ecco come vengono rubati i tuoi dati 

Come si fa ad ottenere il controllo di un sistema informatico? 

Ecco alcuni dei metodi che vengono comunemente usati per minacciare la Cybersecurity:

Malware

Malware è la contrazione del termine malicious software, che letteralmente vuol dire software malevolo. Il malware costituisce una delle minacce informatiche più comuni, ed è formato da software creati da hacker o cybercriminali al fine di provocare il malfunzionamento o danneggiare il computer di un utente

Spesso il malware si diffonde attraverso download apparentemente legittimi e allegati e-mail non richiesti. Può essere utilizzato dai cybercriminali per sferrare cyberattacchi o per ottenere un guadagno economico.

Esistono numerosi tipi di malware. Ecco quali sono i più noti: 

  • Spyware: un programma che registra in segreto le varie azioni dell’utente  al fine di dare cybercriminali la possibilità di sfruttare queste informazioni a proprio vantaggio – ad esempio dati delle carte di credito;
  • Virus: è un programma in grado di replicarsi autonomamente, che si attacca a un file pulito e si diffonde nell’intero sistema informatico, provocando un danno a tutti i file;
  • Ransomware: si tratta di un malware che blocca l’accesso ai dati e ai file dell’utente, minacciandolo di cancellarli se non viene pagato un riscatto;
  • Trojan: è un tipo di malware mascherato da software legittimo. Si induce gli utenti a caricare Trojan nei propri computer, dove può raccogliere dati o causare danni;
  • Adware: software pubblicitario che viene usato per diffondere malware;
  • Botnet: sono reti di computer infettati da malware, che vengono utilizzate per eseguire task online senza l’autorizzazione dell’utente.

Phishing

In un attacco di phishing, i cybercriminali inviano agli utenti delle e-mail che sembrano provenire da aziende legittime. Il contenuto di questi messaggi è strutturato in modo tale da richiedere informazioni sensibili. Solitamente gli attacchi di phishing hanno lo scopo di indurre gli utenti a fornire dati personali o i dati della propria carta di credito.

Attacco Denial of Service

In un attacco di questo tipo i cybercriminali tendono ad impedire a un sistema informatico di soddisfare le richieste legittime, attraverso il sovraccaricamento di server e reti con traffico eccessivo. Così facendo il sistema risulta inutilizzabile, impedendo all’azienda di svolgere le sue funzioni vitali.

Immissione di codice SQL

L’immissione di codice SQL è un tipo di cyberattacco che ha come obiettivo quello di assumere il controllo di un database e rubarne i dati. Attraverso le vulnerabilità presenti nelle applicazioni data-driven, viene inserito in un database il codice SQL, che consente ai cybercriminali di accedere alle informazioni sensibili contenute nel database.

Attacco Man-in-the-Middle

Un attacco Man-in-the-Middle indica una minaccia informatica dove un cybercriminale intercetta le comunicazioni fra due persone per sottrarre dati.

 

Come proteggersi dalle minacce informatiche: 5 buoni consigli

Ecco cosa ti consigliamo di fare per proteggerti al meglio dalle minacce informatiche: 

  • Aggiorna il sistema operativo, il software e fai il backup;
  • Installa l’antivirus;
  • Utilizza l’autenticazione a due fattori;
  • Non aprire allegati e-mail che provengono da mittenti sconosciuti e non cliccare su link presenti nel corpo del messaggio;
  • Evita di utilizzare reti Wi-Fi non protette negli spazi pubblici.

Contattaci per sapere come proteggere in modo efficace i tuoi dati! 

07 Giu

I cyber-attacchi più comuni e come difendersi

Con il termine cyber-attacchi o attacchi informatici ci riferiamo a qualsiasi tipo di manovra che ha la finalità di accedere ai dati contenuti su di un computer o di ottenere il controllo dello stesso con la  finalità di causare danno.
Questo implica un’ampia varietà di attacchi con diverse finalità: dal convincere un utente a cliccare su di un link o scaricare un file, fino all’agire completamente a sua insaputa ed infiltrarsi nel suo sistema.

Purtroppo il “settore” degli attacchi informatici è in continua espansione grazie al rapido sviluppo tecnologico e la pandemia. Questo ha causato un aumento mai visto prima nella frequenza e aggressività degli attacchi.

Infatti negli ultimi anni gli attacchi informatici sono cresciuti notevolmente, arrivando a superare 1 bilione di dollari in danni nel 2020, circa l’1% del prodotto interno lordo globale.
Si calcola che una breccia in un database causi una danno medio di 4,24 milioni di dollari nel 2021 per ciascun attacco; una crescita di circa 600 mila dollari rispetto all’anno precedente, indicando una maggiore preparazione da parte degli hacker nell’eseguire gli attacchi.

In questo articolo ti spiegheremo quali sono i più comuni attacchi informatici e di come potrai creare una strategia efficace per difendere la tua azienda.

 

Tipi di attacchi

Ci sono decine di tipi differenti di attacchi che sfruttano debolezze su diversi fronti, qui di seguito ti parleremo degli attacchi più comuni:

Malware
Prende il nome dalle parole Malicious e software e si riferisce a software e programmi progettati specificamente per svolgere attività a danno del computer sul quale vengono installate.
Tra i più comuni tipi di malware ci sono i ransomware, dei quali ti abbiamo parlato in maniera approfondita in un articolo precedente, che causano la perdita dell’accesso ai propri dati e ne restituiscono l’accessibilità solo una volta che una somma è stata pagata all’hacker; ecco il perché del termine ‘ransom’, cioè ‘riscatto’ in Inglese.

Spyware
Un’altro tipo di malware è lo spyware che, una volta installato su di un dispositivo, spia ad insaputa della vittima tutte le attività, non solo del computer o del telefono sul quale è installato ma anche della persona che lo usa, attivando di nascosto il microfono o la videocamera.

Virus
Con il termine virus ci si riferisce ad un tipo di malware o programma auto replicante che può attaccarsi ad un file qualsiasi all’interno di un sistema per poi eseguire il proprio codice. Alcuni virus molto sofisticati sono in grado di alterare la propria impronta digitale ogni volta che si replicano, rendendo molto difficile la loro identificazione.

Worm
A differenza del virus, un worm non ha bisogno di attaccarsi ad un file per replicarsi e funzionare perché è un tipo di malware autoportante e sfrutta vulnerabilità di sistema oltre che di protocolli per eseguire la sua funzione.
Alcuni di questi worms vengono usati per lo spionaggio industriale e possono accedere alle informazioni riguardanti il traffico dati dei server.

Trojan Horse
I malware di tipo Trojan Horse sono spesso una forma di supporto per altri tipi di malware come i ransomware od i worm.
Essi si installano su di un computer e creano una vulnerabilità che permetterà ad altri malware di installarsi o di raccogliere dati.

Phishing
Il phishing è la pratica di inviare comunicazioni fraudolente che sembrano provenire da una fonte attendibile, di solito tramite e-mail. L’obiettivo è rubare dati sensibili come carte di credito e informazioni di accesso o installare malware sul computer della vittima. Il phishing è una minaccia informatica sempre più comune. Perché fa affidamento sul senso di sicurezza dell’utente più che di vulnerabilità di sistema causa un danno morale oltre che materiale.

Man in the Middle

Gli attacchi Man-in-the-middle (MitM), noti anche come attacchi di intercettazione, si verificano quando gli aggressori si inseriscono in una transazione tra due parti. Una volta che gli aggressori interrompono il traffico, possono filtrare e rubare dati.

Di solito questi attacchi possono venire perpetrati quando viene usata una connessione Wi-Fi non sicura. Oppure nel caso che un malware come un Trojan Horse sia già riuscito ad infiltrarsi nel sistema.

DDoS
Un attacco denial-of-service inonda i sistemi, i server o le reti con un traffico di richieste con lo scopo di esaurire le risorse e la larghezza di banda di quest’ultimo. Di conseguenza, il sistema non è in grado di soddisfare le richieste legittime. Gli aggressori possono anche utilizzare più dispositivi compromessi per lanciare un attacco noto come attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service).

SQL Injection

Una SQL Injection (Structured Query Language) si verifica quando un utente malintenzionato inserisce codice dannoso in un server che utilizza SQL e costringe il server a rivelare informazioni che normalmente non farebbe. Un utente malintenzionato potrebbe eseguire un’iniezione di codice SQL semplicemente inviando codice dannoso in una casella di ricerca di un sito web vulnerabile.

 

Come proteggersi?

Un piano per la sicurezza informatica, che tiene conto delle vulnerabilità del proprio sistema è assolutamente essenziale nel mondo connesso di oggi.

Ti spiegheremo qui di seguito alcune precauzioni per eliminare o contenere le vulnerabilità del tuo sistema.

Formazione del personale
Molti degli attacchi rivolti ai danni di aziende partono dai dipendenti. Un hacker potrebbe cercare di convincere un dipendente ad aprire un email impersonificando un dirigente. Un dipendente che conosce i rischi saprà qual’è la cosa giusta da fare in situazioni come queste.

Aggiornamento dei sistemi di sicurezza
Aggiornamenti regolari di tutti i software e sistemi di sicurezza che vengono utilizzati in azienda riducono notevolmente il rischio che eventuali vulnerabilità vengano utilizzate a tuo danno.

Regolari backup
Nel caso che un attacco vada a buon fine, occorrerà ripristinare quanto prima l’intero sistema e per riuscirci nel minor tempo possibile sarà fondamentale avere dei backup pronti per lo scopo.

Sicurezza delle reti Wi-Fi
Chiunque abbia una rete Wi-Fi dovrebbe anche rendere la stessa sicura e nascosta per evitare che questa venga compromessa.

 

La sicurezza di WebHosting 24

Non esiste un sistema perfettamente sicuro, per questo nessuno può ritenersi protetto al 100%; nonostante questo, delle buone procedure di sicurezza assieme a dei sistemi sempre aggiornati limiteranno notevolmente accessi indesiderati, vulnerabilità ed estensione dei danni in caso di attacco.

Lascia che sia WebHosting24 ad occuparsi della sicurezza del tuo dominio con regolari aggiornamenti di software di sicurezza e antivirus disponibili per i vari piani di hosting.

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31 Mag

Hosting per eCommerce, guida alle scelte

Un negozio online, detto anche eCommerce, ha delle esigenze uniche in quanto a hosting che rendono necessaria un’attenta valutazione prima di effettuare una scelta definitiva.

Ad esempio il proprietario di un online shop vuole essere sicuro che il suo negozio sia sempre aperto ed accessibile, che non abbia ritardi nel caricare le pagine o ancora peggio che non sia mai offline.
Inoltre la sicurezza dei pagamenti deve venire garantita da parte dell’host del eCommerce.

Se queste condizioni non venissero soddisfatte non solo il business del negozio ne verrebbe danneggiato ma anche la reputazione del marchio ne subirebbe le conseguenze.

In questo articolo leggerai più in dettaglio quali sono le considerazioni da fare per scegliere un servizio di hosting ideale per il tuo tipo di negozio online.

 

Considerazioni da fare prima di scegliere

Tipo di server. La prima cosa da valutare è il tipo di server che si vuole scegliere per il proprio eCommerce. Te ne abbiamo già parlato dettagliatamente in un articolo precedente, ma ricapitolando le scelte sono tra un server condiviso, dedicato, VPS o cloud.
Se vuoi non doverti preoccupare delle prestazioni del tuo sito, il server dedicato è la soluzione più adatta a te. Con un server dedicato il tuo sito avrà tutte le risorse di un computer interamente dedicato al funzionamento del tuo sito; questa soluzione di solito costa un pò di più ma dà serenità soprattutto a chi deve gestire volumi di traffico importanti.
Un server condiviso prevede la condivisione di risorse con altri siti, perciò questa soluzione è indicata a chi non ha volumi notevoli di traffico e non deve gestire un gran numero di pagine.
I VPS e cloud hosting hanno delle affinità per quanto riguarda l’hosting di eCommerce, il loro punto di forza è la flessibilità di allocazione delle risorse.
Questa potrebbe essere la tua scelta primaria se per esempio il tuo negozio avesse dei picchi di traffico stagionali e fosse costante per il resto dell’anno.

Integrazioni. A seconda del tipo di attività che conduci vorrai prima o poi essere in grado di installare ulteriori software e applicazioni all’interno del tuo sito.
Non tutti i servizi hosting offrono questa possibilità e alcuni lo fanno in maniera limitata. Perciò questa è una cosa alla quale sarà necessario pensare prima di scegliere un certo servizio.

Sicurezza. I certificati SSL sono un protocollo di sicurezza Internet per proteggere i tuoi siti e le tue transazioni. È altamente raccomandato per i siti di e-commerce in cui si effettuano transazioni finanziarie. Non solo crea fiducia nei tuoi clienti per il tuo marchio, ma è anche determinante per aumentare il posizionamento nei motori di ricerca. È necessario verificare se l’hosting web lo fornisce insieme al pacchetto o se lo addebita come componente aggiuntivo.
Se sei ospitato su WebHosting24 non devi preoccuparti della crittografia SSL poiché tutti i nostri piani hanno accesso a vita ai certificati SSL gratuiti.
Oltre ai certificati SSL devi accertarti che il tuo servizio di hosting offra sicurezze ulteriori come antivirus, anti malware, anti spam e difese contro gli attacchi da parte di hacker.

Compatibilità per i pagamenti. Un gateway di pagamento è la parte più vitale del tuo sistema di eCommerce. Se il gateway fallisce allora l’intero sistema fallisce. Devi assicurarti che il gateway di pagamento che intendi utilizzare sia supportato dal tuo hosting. Puoi rivolgerti a WebHosting24 prima di acquistare il piano che ti sembra più adatto.

Interfaccia. Sembra quasi un fattore banale e infatti troppo spesso viene dato per scontato che un servizio di hosting debba provvedere un’interfaccia che sia facile da usare ed intuitiva, eppure un’interfaccia intuitiva fa risparmiare tempo a chi la deve usare.

Gestione di più siti. Se hai più negozi eCommerce, dovresti essere in grado di gestirli dallo stesso account. Quasi tutte le principali società di  hosting per eCommerce hanno pacchetti che ti consentono di ospitare più siti dalla stessa interfaccia. È un’opzione molto conveniente e ti permetterà di essere più produttivo e ordinato.

Facile migrazione. Prima o poi capiterà di voler cambiare il proprio servizio di hosting per una ragione o per l’altra. Per poterlo fare servirà da parte del servizio di hosting una certa professionalità e rapidità nel provvedere tutto il necessario affinché la migrazione venga fatta nel minor tempo possibile e il sito non resti inattivo per troppo a lungo.
Questo è un fattore che sarà bene esaminare prima di scegliere un servizio di hosting, come ti avevamo spiegato in un’altro articolo.

Prezzo. Le differenze di prezzo tra i vari servizi di hosting possono variare di molto, le ragioni possono avere a che fare con la reputazione di un servizio o possono essere determinate da ragioni tecniche. Qualunque sia la motivazione, sarà bene partire da un budget per capire quanto si è disposti a spendere per un servizio di hosting.

 

Conclusioni

Qualsiasi sia il prodotto che vuoi vendere, il tuo lavoro deve essere quello di mandare avanti il tuo business ed occuparti del tuo negozio online e non di risolvere i problemi che il tuo sito potrebbe avere.
Non solo se il sito è fuori uso non ci saranno vendite e ne consegue un danno economico, ma anche il danno in termini di reputazione peserà sull’intero business. 

Perciò ti vorrai assicurare che il servizio di hosting che stai per scegliere ti possa offrire delle garanzie per la buona riuscita della tua attività.

 

Hosting di WebHosting24

Trovare il servizio di hosting per eCommerce più adatto alle esigenze della tua impresa può non essere così facile; in parte a causa della quantità di servizi disponibili e le differenze nei prezzi.

WebHosting24 ti può assistere in qualsiasi siano le tue necessità.
Infatti è facilissimo trasferire il tuo sito su WebHosting24, nel caso che tu abbia già un sito, oppure è altrettanto facile costruire il tuo sito da zero su WebHosting24 con il Website Builder facile da usare.

Server dedicati, condivisi e VPS vengono tutti protetti da certificati SSL, antivirus, antimalware e regolari aggiornamenti di software ed hardware.
I piani di WebHosting24 sono economici ed offrono pacchetti completi per qualsiasi tipo di esigenza.


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