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22 Feb

Le migliori piattaforme per creare il tuo sito web

Le piattaforme per la creazione di siti web, sono una soluzione perfetta per tutti. Per quei privati e quelle piccole aziende che intendono aprire un sito per potenziare la propria presenza digitale senza doversi rivolgere a uno sviluppatore. A questo punto potreste avere il dubbio di non sapere da che parte iniziare. Non preoccupatevi perché queste piattaforme hanno il vantaggio di essere molto semplici da usare e di avere dei costi davvero contenuti.

Scopriamo insieme due delle migliori piattaforme presenti sul mercato!

 

WordPress.org

WordPress.org (conosciuto anche come WordPress self-hosted) è la piattaforma di creazione di siti web più utilizzata al mondo, basti pensare che oltre il 40% di tutti i siti web esistenti sono alimentati proprio da questa piattaforma.

WordPress self-hosted si pone sicuramente in cima alla lista dei migliori costruttori di siti web grazie alle sue potenti funzionalità, alla sua scalabilità e alla sua facilità d’uso. Si tratta di una piattaforma open source. Vuol dire avere il massimo controllo sul sito rispetto a qualunque altro website builder online presente nel nostro elenco.  Le caratteristiche che ci piacciono di questa piattaforma sono:

  • Il pieno controllo del sito: con WordPress.org potrete creare qualsiasi tipo di sito web, dal forum alla landing page, dall’eCommerce a un sito web di abbonamento e potrete gestire ogni sua parte in totale autonomia.
  • La possibilità di personalizzazione: all’interno di questo website builder troverete migliaia di temi predefiniti che vi aiuteranno a rendere unica e riconoscibile la vostra presenza online. Inoltre grazie all’utilizzo di ‘drag and drop’ come Beaver builder, SeeProd ed Elementor sarete in grado di creare con facilità qualunque layout di pagina vorrete.
  • La presenza di plug-in gratuiti: avrete accesso a oltre 58.000 plugin gratuiti, che sono app per WordPress che consentono di aggiungere funzionalità supplementari al vostro sito, come ad esempio i moduli di contatto, la galleria fotografica, i pulsanti dei social media, il carrello della spesa e altro ancora.
  • La possibilità di avere un sito multilingue: WordPress.org è totalmente tradotto in dozzine di lingue e potrete utilizzarlo facilmente per creare siti web multilingue.
  • Gli strumenti SEO: è dotato di potenti strumenti SEO e di plugin specifici come Yoast per aiutarvi se non siete dei professionisti in questo ambito.
  • I costi: considerando tutte le caratteristiche di cui abbiamo appena parlato, possiamo certamente affermare che si tratta della piattaforma per costruire siti web più economica sul mercato.

 

WordPress.com: non fare confusione!

È Facile pensare che WordPress.org e WordPress.com siano la stessa cosa, ma in realtà non è così. Vediamo ora nel dettaglio cosa differenzia le due piattaforme.

Come anticipato, WordPress.org è il vero e proprio software open source WordPress che chiunque può scaricare e utilizzare. Esso consente, acquistando il proprio nome di dominio e l’host web, di avere il pieno controllo su tutto.

WordPress.com, invece, è un’implementazione costruita su WordPress.org. Esso ospita il tuo sito e gestisce tutto per te, ma al costo di perdere flessibilità. 

Bisogna tenere a mente, inoltre, che le due entità (WordPress.org e WordPress.com), oltre ad essere diverse, sono ufficialmente separate. 

WorPress.org è, infatti, proprietà di WordPress Foundation, attività non a scopo di lucro. Mentre WordPress.com, che utilizza il software WordPress, è proprietà di Automatic, azienda a scopo di lucro. Anche se le due entità appartengono allo stesso fondatore, sono, appunto, separate. 

Come detto prima, la principale differenza tra WordPress.org e WordPress.com è che WordPress.com permette la creazione del proprio spazio web in maniera molto semplice, come se si stesse creando un account. Inoltre, non necessita di hosting o domini. 

WordPress.com, però, ha anche parecchi limiti, primo fra tutti il fatto che il tuo spazio web sarà un sottodominio di WordPress.com quindi esso apparirà come “web.wordpress.com”. 

Inoltre, WordPress.com includerà i suoi annunci nel tuo spazio web e avrà uno spazio di memoria limitato.

Utilizzando la versione a pagamento potrai rimuovere gli annunci e modificare il nome del dominio. Le azioni che potrai fare, però, rimarranno limitate rispetto a quello che potresti fare con WordPress.org. Ad esempio, monetizzare il tuo sito come preferisci, gestire la sicurezza del tuo sito o installare estensioni di terze parti.

 

Constant Contact

È una piattaforma per creare siti web basata sull’AI (intelligenza artificiale), che vi aiuterà a creare un sito web personalizzato in pochissimo tempo.

Constant Contact è principalmente conosciuto a livello mondiale per il servizio di email marketing, ma dopo aver prestato ascolto alle preoccupazioni delle piccole imprese, ha deciso di creare un website builder di cui è possibile usufruire senza aver alcuna conoscenza del codice tramite la procedura guidata ADI (Artificial Design Intelligence). Questo metodo consente di creare un web design completamente personalizzato avvalendosi di suggerimenti per ottenere immagini e contenuti customizzati. Questo website builder ha sicuramente diversi pregi, tra i quali:

  • Il Constant Contact Customizer, l’intuitivo website builder ‘drag and drop’ che semplifica la personalizzazione del vostro sito.
  • La galleria di immagini gratuite, più di 550mila, di qualità professionale che vi aiuteranno a rendere il vostro sito visivamente accattivante ed efficace.
  • L’ottimizzazione mobile integrata, tutti i layout dei modelli a disposizione sono ottimizzati per essere fruiti non solo dalla modalità desktop, ma anche da cellulare e da tablet.
  • Funzionalità aggiuntive, quali il logo maker, le analisi dei siti web, l’eCommerce, i moduli per l’acquisizione dei lead e altro ancora.
  • I costi e l’assistenza, essendo una soluzione hosted, Constant Contact è completamente gratuito e offre un supporto telefonico in lingua inglese h24, 7 giorni su 7, oltre al supporto chat, il che lo rende ottimo per le piccole imprese e per i professionisti.

 

Per concludere

Vorremmo ricordare che per i  website builder che abbiamo citato sarà comunque necessario possedere non solo un dominio, ma anche un hosting, per cui vi suggeriamo di dare un’occhiata ai nostri piani  e se avete ulteriori domande non esitate a scrivere alla nostra email info@webhosting24.it.

 

15 Feb

Website builder: come creare un sito web in pochissimo tempo

Non moltissimo tempo fa, creare un sito web, significava rivolgersi a una figura professionale specifica. Egli attraverso il codice, molto lavoro e una considerevole spesa ce ne confezionava uno perfetto. Oggi abbiamo la possibilità di usufruire di soluzioni più economiche e più rapide. Ad esempio attraverso l’utilizzo di un website builder scopriamo che occorrono davvero poco tempo e pochi passaggi per avere il nostro sito web pronto e subito operativo. In questo articolo vi guidiamo alla scoperta di cos’è un website builder e di come funziona.

 

Che cos’è e come funziona un website builder?

Un website builder è uno strumento per la creazione di siti web. Esso vi permette di progettare e creare siti senza la necessità di conoscere alcun linguaggio di programmazione, senza rivolgersi a uno sviluppatore o a un designer.

Per cominciare a spiegarne il funzionamento facciamo una prima distinzione, esistono due tipologie di website builder

  • Offline site builder che hanno un software che deve essere installato sul pc per poter essere utilizzati
  • Online site builder dei quali si può fruire attraverso una sorta di applicazione web e per cui non occorre alcun software specifico, questo li rende particolarmente facili da utilizzare e quindi perfetti sia per utenti esperti che, e soprattutto, per chi sta muovendo i primi passi.

Dopodiché utilizzare un website builder è davvero semplice. Inizierete scegliendo uno dei modelli che l’applicazione vi mette a disposizione e che definisce al meglio l’aspetto che volete dare al vostro sito. Solitamente la scelta è davvero molto varia.

Avrete la possibilità, poi, di modificare il modello iniziale come vorrete, aggiungendo contenuti, immagini e creando nuove pagine. Una cosa davvero sensazionale dei builder è che all’interno dell’editor potrete utilizzare la funzione di trascinamento ‘drag and drop’.

Essa può comporre tutte le parti del vostro sito e questo renderà la realizzazione ancora più facile. Ma che cos’è questa funzione? Beh è esattamente ciò che dice il nome, si tratta di selezionare i componenti o il contenuto di interesse e di trascinarli all’interno dell’area di lavoro. In questo modo potrete aggiungere intestazioni, testi, immagini, video e tantissimi altri componenti per personalizzare al massimo la vostra creazione.

Potrete anche personalizzare il menu, decidere in quante e quali tipi di colonne suddividere i nostri contenuti, potrete praticamente modificare ogni cosa vogliate. E alla fine, il risultato che vi apparirà davanti sarà esattamente quello che vedranno i visitatori del vostro sito web, una volta pubblicato.

 

A chi sono rivolti?

Avere un sito internet è sicuramente il modo migliore per potenziare la vostra presenza online e utilizzare un website builder vi consentirà di fare qualsiasi cosa, dal creare un blog al realizzare un eCommerce. Bisogna in ogni caso ricordare che è sicuramente più adatto per piccoli progetti e non troppo strutturati. È ideale soprattutto per liberi professionisti, piccoli business, start-up, e negozi fisici dove si desidera creare una sorta di biglietto da visita digitale

 

Quali caratteristiche deve avere un website builder?

  • Deve offrire possibilità di personalizzazione

Il primo passo sarà capire cosa volete fare del vostro sito. Se lo scopo è costruire una pagina semplice, allora non avrete bisogno di funzioni complesse, quindi basterà scegliere un builder che vi offra la possibilità di scegliere tra alcuni modelli predefiniti, anche in assenza di grandi opzioni di personalizzazione.

Se invece avete intenzione di costruire qualcosa di più complesso, sarà il caso di cercare qualcosa che vi consenta di poter apportare anche modifiche al codice html, il che vi permetterà di avere più controllo sul vostro sito. I builder solitamente tendono a scrivere il codice in maniera inefficiente e questo può portare rallentamenti. Per questo è molto importante capire prima di iniziare, che tipologia di sito vorrete costruire, se si tratterà di un sito semplice, allora nessun problema, ma se il sito sarà più complesso, sarà sempre bene avere la possibilità, attraverso il codice, di poter controllare cosa succede ‘fra le righe’ della vostra creazione.

  • Deve essere SEO friendly

Un’altra caratteristica molto importante per lanciare un sito di successo è prestare la massima attenzione alla SEO. Parlavamo prima dell’inefficienza della scrittura del codice di alcuni website builder e dei problemi di rallentamento che questo può portare. Bene, un buon builder dovrebbe non solo essere in grado di evitare questi problemi. Però, dovrebbe anche dare la possibilità attraverso strumenti adeguati, di monitorare la propria ottimizzazione SEO. Oltre che poter effettuare delle modifiche se necessario, in modo da non essere visti di cattivo occhio dai motori di ricerca.

  • Deve includere il certificato SSL

Si tratta di un protocollo di trasmissione sicura di dati digitali che si avvale di tecnologie crittografiche. La sua presenza è segnalata dall’esistenza di un lucchetto nella barra dell’indirizzo alla sinistra del nome del vostro sito. Il certificato SSL è necessario al fine di garantire la vostra sicurezza e quella dei vostri utenti, quindi è fondamentale che il builder che andrete a utilizzare includa questo certificato fra le sue caratteristiche.

  • Deve essere compatibile con i dispositivi mobili

Bisogna tenere in considerazione che un grandissimo numero di utenti naviga in rete utilizzando cellulari e tablet, è quindi imperativo che il vostro sito debba essere compatibile con i browser e le risoluzioni di questi dispositivi.

 

 Che costi ha un website builder?

Il prezzo di acquisto di un website builder è molto variabile e comprendere quale sia il più conveniente per noi a volte può essere difficile. Le proposte standard, disegnate per un uso non commerciale, di norma si aggirano intorno ai 10€ al mese. Se invece ciò che vi interessa è intraprendere un’attività di eCommerce allora i prezzi inizieranno a salire dai 15€ in su a seconda dei servizi forniti. Occorre inoltre sapere che esistono anche dei pacchetti gratuiti, che però, ovviamente, prevedono funzionalità molto ridotte.

 

Speriamo di avervi aiutato a capire se il website builder è lo strumento giusto per le vostre necessità, inoltre, se desiderate saperne di più potrete sempre visitare il nostro sito, nel frattempo vi auguriamo buon divertimento con la creazione delle vostre pagine web!

08 Feb

SPID: cos’è e come richiederlo

Dal 1° marzo 2021 l’identità digitale (SPID) è diventata uno strumento obbligatorio per poter accedere ai servizi pubblici online e di seguito vedremo insieme che cos’è, per cosa si usa, come fare per ottenerla e quali sono i suoi vantaggi.

 

Che cosa è lo Spid

Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) consiste in un username e in una password unica. Essa consente l’accesso ai servizi online di tutta la Pubblica Amministrazione. Questa dal 1° marzo di quest’anno è stata obbligata ad adeguare i propri sistemi. Per renderli accessibili tramite questo sistema e tramite la carta d’identità elettronica.

Stante così le cose, servirà un’unica password per accedere a tutti i servizi e l’autenticazione tramite Spid sarà equiparata all’identificazione a mezzo del documento di identità, quindi un sistema all’inizio un po’ laborioso da comprendere, ma che a passaggio avvenuto semplificherà, e di molto, l’accesso dei cittadini a tutti i servizi della PA.

 

Spid, per cosa si usa?

Come appena detto, lo Spid, si utilizza per avere accesso ai servizi pubblici più disparati, ad esempio si potrà utilizzare per accedere al portale dell’Inps per gestire la richiesta degli assegni familiari o per la richiesta della disoccupazione. Si potrà accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate per controllare il cassetto fiscale e per eseguire la dichiarazione dei redditi, ma anche per fare richiesta di prestazioni sanitarie e per pagare alcune delle tasse pubbliche come ad esempio la Tasi e il bollo dell’auto. Sarà inoltre possibile accedere al portale della Polizia di Stato per prendere appuntamento nei commissariati e addirittura si potrà avere accesso ai servizi del Miur per iscrivere i propri figli a scuola.

Lo Spid è anche la chiave mediante la quale si può partecipare al bonus bancomat. Ilfamoso meccanismo di cashback partito a pieno regime dal 1° gennaio del 2021.

 

Come richiedere lo Spid

Per fare richiesta dello Spid, occorre rivolgersi a un Identity Provider autorizzato, al momento sono 9 e ve li elenchiamo qui sotto per comodità:

  • Infocert ID (2 livelli di sicurezza)
  • Intesa ID (2 livelli di sicurezza)
  • Namirial ID (2 livelli di sicurezza)
  • Poste ID – Poste Italiane (2 livelli di sicurezza)
  • Lepida (3 livelli di sicurezza)
  • Sielte ID (2 livelli di sicurezza)
  • TI Trust Technologies (2 livelli di sicurezza)

È importante dire che non vi è alcuna differenza oggettiva tra gli Spid attivabili presso i diversi Identity Provider e il cittadino è libero di scegliere quello che preferisce. In alcuni casi il rilascio delle credenziali sarà gratuito, in altri sarà a fronte del pagamento di una somma minima. Per questo motivo, vi consigliamo di analizzare i piani dei Provider uno per uno per capire qual è quello che più si adatta alle vostre esigenze. 

Durante la scelta poi, tenete conto anche del fatto che ognuno prevederà una modalità di riconoscimento differente, di persona oppure online (quasi sempre a pagamento). Per quanto riguarda invece i tempi di consegna ricordate sempre che, se è vero che è possibile effettuare il tutto comodamente seduti senza dover uscire di casa. Comunque il rilascio delle credenziali non sarà immediato, ma il provider si prenderà un minimo di 5 giorni lavorativi. Questo poter verificare la veridicità delle informazioni fornite e quindi emettere finalmente il rilascio. Quindi se pensate di scegliere un Provider a pagamento perché credete di avere immediatamente il vostro Spid, tenete conto di questa informazione.

Una volta scelto il vostro Provider, per fare la richiesta basterà recarsi sui siti ufficiali di queste aziende. Poi cliccare sull’area specifica riguardante lo Spid, ciò che vi occorrerà avere a portata di mano a questo punto sarà:

  • un indirizzo e-mail
  • il numero di cellulare
  • un documento di identità valido (Carta di identità, passaporto, patente)
  • la tessera sanitaria con il codice fiscale

Ora basterà registrarsi inserendo i dati anagrafici richiesti all’interno del form. Creare le credenziali dello Spid ed effettuare il riconoscimento che potrà essere di persona, online oppure tramite CIE, CNS o firma digitale. Dopo aver seguito questi passaggi, finalmente potrete avere le vostre credenziali tramite raccomandata oppure tramite email.

 

Alcune chiarificazioni sullo Spid

È obbligatorio?

La richiesta dello Spid non è affatto obbligatoria, ma è fondamentale il suo possesso se si ha intenzione di accedere ai servizi messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione. Considerate che tutti i loro portali da marzo sono stati adeguati a consentire l’accesso esclusivamente tramite Spid e CIE. Quindi proprio in considerazione di questo, sebbene non obbligatorio, diventa imprescindibile il suo possesso se si vuole avere accesso ai servizi della PA.

 

È sicuro?

La sicurezza dei cittadini è stata messa in primo piano ed è per questo che lo Spid è disponibile in tre diversi livelli di identità, a ognuno dei quali è correlato un diverso sistema di sicurezza. 

Il primo livello per l’autenticazione consiste nell’inserire la propria username e la propria password (che andrà modificata ogni sei mesi). Il secondo livello prevede l’aggiunta di un’ulteriore password (OTP One Time Password). Il terzo livello prevede anche una smart card, che in alcuni casi potrà essere proprio la carta d’identità elettronica.

Oltre a queste misure di sicurezza, aggiungiamo che lo Spid non fornisce mai le credenziali del cittadino a meno che non sia lui stesso a darne il consenso esplicito e che tutti i gestori delle identità sono obbligati a gestire le informazioni personali di cui sono in possesso rispettando tutti i criteri di sicurezza fissati da AGID. 

 

Quali sono i suoi vantaggi?

Innanzitutto uno dei vantaggi principali dell’uso dello Spid è il grande aiuto che questo darà nella risoluzione del problema del furto d’identità e in secondo luogo la riduzione dei tempi di attesa per l’ottenimento di servizi e informazioni da parte della Pubblica Amministrazione.

 

Speriamo di avervi aiutato in una migliore comprensione dello Spid e del suo utilizzo, e vi ricordiamo che se doveste aver bisogno di informazioni aggiuntive potrete recarvi sul nostro sito.

01 Feb

Tutte le tipologie di firme elettroniche: caratteristiche e differenze

In questo articolo andremo a vedere tutte le tipologie di di firme elettroniche che esistono, quali caratteristiche hanno e per quali documenti sono più indicate. Ma prima di andare avanti vorremmo porre l’attenzione sull’EIDAS (Electronic Identification Authentication and Signature). La regolamentazione che definisce queste firme elettroniche e le suddivide in tre categorie:

  • Semplice
  • Avanzata (FEA)
  • Qualificata (o Firma Digitale) (FEQ / FD)

Inoltre, è sempre l’EIDAS che detta le caratteristiche che ogni firma elettronica dovrebbe avere e di seguito vi forniamo l’elenco:

– Rispettare gli standard di firma ETSI (European Telecommunications Standards Institute

– Utilizzare un sistema di verifica dell’identità

– Avere un sistema per dimostrare che il documento non sia stato modificato dopo essere stato firmato. 

– Utilizzare la certificazione elettronica

Poniamo anche l’accento sul fatto che questi 3 tipi di firma differiscono principalmente a livello di sicurezza. Quindi anche per sistema di verifica dell’identità del firmatario che ognuna utilizza. Più una firma può fornire fiducia circa l’identità del firmatario e nel provare la validità del documento firmato, più è considerata sicura.

Dopo queste premesse, siamo pronti a entrare nel dettaglio e a spiegare le differenze fra queste tre firme elettroniche, la loro utilità e il loro campo di applicazione.

 

Firma elettronica semplice (FES)

La dicitura ‘semplice’ in realtà è un nome colloquiale che viene attribuito a tutte quelle firme che non sono avanzate o qualificate. Questo tipo di firma corrisponde al primo livello di sicurezza e al momento è una delle procedure più utilizzate perché permette un uso più rapido e meno dispendioso.

Bisogna però tenere presente che non esiste alcun elenco stabilito di requisiti per questo livello di sicurezza e per questo tipo di firma. Ciò vuol dire che senza alcun processo concreto di consenso o di verifica dell’identità, potreste sì, far firmare un documento, ma al contempo sarebbe altrettanto facile per un firmatario negare di averlo firmato. Un esempio di firma semplice può essere ad esempio quella che si appone sul display del fattorino che consegna i pacchi. Questo processo può, in ogni caso, essere rafforzato e acquisire un valore legale aggiungendo un ulteriore passaggio di autenticazione come un sistema di doppia autenticazione. Ad esempio la ricezione da parte del firmatario di un codice via SMS o via e mail necessario per apporre la firma sul documento.

La tipologia di documenti che possono essere firmati con questa firma sono molteplici, dalle conferme d’ordine alle informative sulla privacy, dai preventivi alle dichiarazioni di riservatezza, dai contratti di locazione alla vendita di beni mobili.

 

Firma elettronica avanzata (FEA)

Questa è un tipo di firma più sicura, consigliata maggiormente per transazioni finanziarie o anche per firmare documenti che presentano interessi legali. Quello che la differenzia maggiormente dalla firma elettronica semplice è che questa tipologia deve soddisfare dei veri e propri criteri di verifica di identità e quindi va da sé che il suo livello di sicurezza è senza dubbio maggiore, come stabilito dall’EIDAS e dall’ordinamento giuridico italiano. Ma vediamo nel dettaglio di che criteri stiamo parlando.

Una firma elettronica avanzata (FEA) deve permettere:

  •   L’identificazione del firmatario del documento.
  •   La possibilità di verificare che il documento firmato non abbia subito modifiche dopo l’apposizione della firma.
  •   La connessione univoca della firma al firmatario e della firma al documento sottoscritto.
  •   La possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto.
  •   L’ individuazione del soggetto erogatore.
  •   Il controllo esclusivo del firmatario del sistema di generazione della firma, inclusi i dati biometrici eventualmente utilizzati per la generazione della firma stessa.
  •   La possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto.
  •   Assenza di qualunque elemento nell’oggetto della sottoscrizione atto a modificarne atti, fatti o dati nello stesso rappresentati.

La tipologia di documenti che possono essere sottoscritti con questa firma sono ad esempio gli atti di compravendita di beni immobili, i contratti assicurativi, l’apertura di conti bancari e l’assicurazione dell’auto.

 

Firma elettronica qualificata o firma digitale (FEQ)

La FEQ o firma digitale detiene il livello di sicurezza più alto fra le firme elettroniche poiché prevede un certificato qualificato e una coppia di chiavi asimmetriche, una privata e una pubblica, a garanzia della sua inviolabilità. È ovviamente la forma più complessa e anche costosa fra le tre e viene utilizzata in casi specifici in cui questa qualifica è necessaria.

È importante specificare che, legalmente parlando, c’è una grande differenza fra firme elettroniche semplici o avanzate e firme digitali. Quest’ultima ha dei veri e propri vincoli normativi, il suo valore legale corrisponde esattamente a quello di una firma autografa e, a differenza delle altre che hanno esclusivamente un valore probatorio, è riconosciuta in tutti gli stati membri dell’Unione Europea. La sua procedura, inoltre, richiede che l’identità del firmatario venga convalidata preventivamente e che la chiave della firma si trovi in un dispositivo per la creazione della firma digitale.

I documenti che possono essere firmati digitalmente sono ad esempio gare di appalto pubbliche, libri societari, bilanci d’esercizio, registri di protocollo informatico, registri IVA e altri ancora.

 

Quale firma devo utilizzare allora per i miei documenti?

Dopo aver analizzato tutti i tipi di firma elettronica esistenti magari avrete ancora un dubbio su quale utilizzare per i vostri documenti e allora vorremmo fare chiarezza sul fatto che, nonostante si possa pensare che utilizzare sempre delle firme qualificate o avanzate per i documenti da siglare sia sempre la scelta più giusta, in realtà per tutti quei documenti in cui non sarà necessaria un’identificazione complessa del firmatario, potrà essere tranquillamente utilizzata la firma elettronica semplice, con un notevole risparmio di tempo e denaro.

Detto questo possiamo anche dire che la firma elettronica più usata in Italia è una via di mezzo fra la FES e la FEA che consiste in una firma elettronica a cui viene aggiunto una OTP (One Time Password) via SMS, server vocale o email, necessaria per poter firmare il documento e verificare l’identità del firmatario.

Con questo, speriamo di essere riusciti a fare maggior chiarezza sulle firme elettroniche, ma se aveste ancora dubbi potete cliccare qui per avere maggiori informazioni. 

11 Gen

Firma digitale: cos’è, come funziona e come ottenerla.

Una firma digitale è un particolare tipo di firma elettronica qualificata. Essa è basata su un sistema di chiavi asimmetriche a coppia, ed è una moderna alternativa alla firma di documenti con carta e penna.

 

A cosa serve

Viene utilizzata per convalidare l’autenticità e l’integrità di un messaggio, di un software o di un documento digitale. Essa può anche fornire prove sull’origine, sull’identità, sullo stato di documenti elettronici, di transazioni e di messaggi digitali. I firmatari, inoltre, possono anche usarla per riconoscere un consenso informato.

Come dicevamo, è l’equivalente digitale di una firma scritta a mano o di un sigillo timbrato, ma offre una sicurezza molto più intrinseca, infatti per verificare l’autenticità e l’integrità di messaggi e dei documenti digitali utilizza una tecnica matematica avanzata, garantendo che i contenuti di un messaggio non vengano alterati durante il transito e aiutando a superare il problema del furto d’identità e della manomissione nelle comunicazioni digitali. In molti paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea le firme digitali sono considerate legalmente vincolanti esattamente come le tradizionali firme scritte a mano.

 

Come funziona la firma digitale?

Entriamo un pochino nello specifico e vediamo come funziona.

Le firme digitali si basano sulla crittografia a chiave pubblica, nota anche come crittografia asimmetrica, ed è proprio la tecnologia standard del settore denominata ‘infrastruttura a chiave pubblica’ a garantire l’autenticità e l’integrità dei dati di una firma digitale.

Utilizzando un algoritmo matematico, i fornitori di soluzioni di firma digitale genereranno due chiavi: una pubblica e una privata.

L’individuo che crea la firma digitale utilizza una chiave privata per crittografare i dati relativi alla firma. L’unico modo per decrittografare tali dati sarà con la chiave pubblica del firmatario. Se il destinatario non può aprire il documento con la chiave pubblica del firmatario, è segno che c’è un problema con il documento o la firma.

Ma vediamo questo procedimento ancora più nel dettaglio:

Quando un firmatario andrà a firmare digitalmente un documento, verrà generato un hash crittografico per questo documento.

L’hash crittografico viene quindi crittografato utilizzando la chiave privata del mittente, dopodiché verrà allegata al documento e inviato ai destinatari insieme alla chiave pubblica del mittente.

Il destinatario potrà decrittografare l’hash con il certificato di chiave pubblica del mittente e un nuovo hash crittografico verrà nuovamente generato dal lato del destinatario.

Entrambi gli hash crittografici verranno poi confrontati per verificarne l’autenticità. Se corrispondono, il documento non è stato manomesso ed è considerato valido.

Questo è il modo in cui vengono autenticate le firme digitali.

C’è anche da precisare però, che la tecnologia della firma digitale richiede che tutte le parti confidino che l’individuo che ha creato la firma abbia mantenuto segreta la chiave privata. Se qualcun altro ha avuto accesso alla chiave di firma privata, quella parte potrebbe creare firme digitali fraudolente a nome del titolare di quella chiave privata.

 

Come ottenerla

Per ottenere la firma digitale esistono due modi, tramite:

Camera di commercio e anche qui in due modalità, allo sportello oppure online. Basterà andare sul sito id.infocamere.it e scegliere quella preferita. In entrambi i casi sarà necessario avere con sé un documento di riconoscimento in corso di validità. Oppure un indirizzo email consultabile al momento del rilascio e uno smartphone per firmare tramite OTP.

Intermediario che in ogni caso dovrà necessariamente avere un mandato emesso da una camera di commercio. Per poter visionare l’elenco completo degli operatori autorizzati bisognerà andare sui siti delle specifiche Camere di commercio territoriali.

 

Come inserire la firma digitale

In questo caso i sistemi per poter apporre una firma digitale su un documento sono tre:

  •       Smart card
  •       Token Usb (chiavetta)
  •       Firma remota

Nei primi due casi, oltre a uno dei due supporti (smart card o chiavetta) avremo bisogno di installare sul pc uno specifico software in grado di leggere i documenti e apporre la firma. A questo punto basterà collegare il supporto scelto al pc, avviare il software, caricare nel software il documento che si desidera firmare e apporre la firma. Al termine della procedura, il software avrà creato una copia del documento in un formato specifico al quale sarà stata associata la firma digitale.

Nel caso della firma remota, invece, verrà generata usando degli strumenti di autenticazione (di solito user id – password – OTP o telefono cellulare) che consentono appunto la generazione della firma su un dispositivo (HSM) serbato dal certificatore ovvero il prestatore del servizio fiduciario qualificato.

 

In conclusione

Concludiamo dicendo che la firma digitale è chiaramente una grande comodità sia per i titolari di azienda che per i privati perché permette di effettuare operazioni che solitamente richiederebbero lunghe file agli sportelli. Basti pensare che inviare una PEC firmata digitalmente corrisponde all’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno contenente un testo con piena validità legale. Questo vuol dire che, ad esempio, possiamo trasmettere un contratto firmato a norma di legge con certificazione di invio e ricezione senza spostarci dal computer e in pochi semplici click. Un bel risparmio di tempo e seccature no?

 

Se hai dubbi o vuoi semplicemente approfondire il tema, non esitare a contattarci alla nostra mail: info@webhosting24.com

04 Gen

Cybersecurity: come viene garantita oggi la sicurezza informatica

Gli attacchi informatici sono ormai così comuni che dei rapporti recenti mostrano che gli hacker attaccano un computer ogni 39 secondi solo negli Stati Uniti e ogni volta che si verifica un attacco, milioni di persone possono esserne danneggiate.

 

Che cos’è la cybersecurity?

La sicurezza informatica è lo stato o il processo di protezione e ripristino di sistemi informatici, reti, dispositivi e programmi da qualsiasi tipo di attacco informatico. Questi attacchi digitali sono solitamente volti ad accedere, modificare o distruggere informazioni sensibili; estorcere denaro agli utenti; o interrompere i normali processi aziendali e sono un pericolo sempre più sofisticato e in evoluzione per i dati sensibili.

Gli aggressori, per eludere i tradizionali controlli di sicurezza dei dati, utilizzano metodi sempre nuovi basati sulla social engineering e sull’intelligenza artificiale (AI) e questo rende l’implementazione di misure di sicurezza informatiche efficaci particolarmente impegnativa.

Al fine di prevenire e sconfiggere tali attacchi è fondamentale che gli utenti comprendano che è necessario soddisfare alcuni requisiti che sono alla base della protezione dei dati come la scelta di password complesse con l’autenticazione a più fattori, la diffidenza nei confronti degli allegati nelle e-mail e il backup dei dati.

 

Tipi di minacce più comuni alla sicurezza informatica

  • Phishing è la pratica di inviare e-mail fraudolente che assomigliano in tutto e per tutto a e-mail provenienti da fonti affidabili. L’obiettivo è rubare dati sensibili come numeri di carta di credito e informazioni di accesso. È il tipo più comune di attacco informatico. Puoi proteggerti da questa minaccia, ad esempio, adottando una soluzione tecnologica che filtri le e-mail dannose
  • Ransomware è un tipo di software dannoso progettato per estorcere denaro bloccando l’accesso ai file o al sistema informatico fino al pagamento del riscatto, ma ovviamente, il pagamento del riscatto non garantisce il ripristino dei file o il ripristino del sistema.
  • Malware è un tipo di software progettato per ottenere l’accesso non autorizzato o per causare danni a un computer.
  • Social engineering è una tattica che viene utilizzata per indurti a rivelare informazioni sensibili. Può essere richiesto un pagamento in denaro o di accedere ai tuoi dati riservati. La social engineering può essere combinata con una qualsiasi delle minacce elencate sopra per aumentare la probabilità di fare clic su collegamenti, scaricare malware o fidarsi di una fonte dannosa.

 

Perché i crimini informatici sono in aumento?

Nel mondo interconnesso di oggi, tutti beneficiano di programmi di cyber-difesa.

A livello individuale, un attacco alla sicurezza informatica può provocare diversi danni, dal furto di identità, a tentativi di estorsione, alla perdita di dati importanti. A livello pubblico, basti pensare che tutti facciamo affidamento su infrastrutture fondamentali come le centrali elettriche, gli ospedali e le società di servizi finanziari e i controlli industriali che gestiscono queste infrastrutture possono essere interrotti o distrutti. Diventa quindi imperativo proteggere queste e altre organizzazioni per mantenere il funzionamento della nostra società.

Il furto di informazioni è senza dubbio il segmento più remunerativo e in più rapida ascesa nel crimine informatico e questo è in gran parte guidato dalla crescente esposizione delle informazioni sull’identità al web tramite i servizi cloud.

Le violazioni dei dati possono coinvolgere informazioni finanziarie come numeri di carta di credito o dettagli di conti bancari; informazioni sanitarie protette; informazioni di identificazione personale; segreti commerciali; proprietà intellettuali e altri obiettivi di spionaggio industriale. E il furto di identità può non essere l’unico scopo, ad esempio la perdita di informazioni o la fuoriuscita di dati può essere un modo per generare sfiducia in un’organizzazione o in un governo, provocando caos e gravi danni per la società.

Altri fattori che guidano la crescita del crimine informatico includono:

  •       La natura distribuita di Internet.
  •       La capacità dei criminali informatici di attaccare obiettivi al di fuori della loro giurisdizione il che rende estremamente difficile l’attività della polizia.
  •       Aumento della redditività e della facilità di commercio nel dark web.
  •       La proliferazione dei dispositivi mobili.

 

Come funziona la cybersecurity?

La cybersecurity è progettata per fornire più livelli di protezione su tutti i computer, le reti e i programmi utilizzati da un’azienda. Al fine di creare una difesa unificata contro potenziali attacchi informatici, è importante che l’azienda, i dipendenti, i processi e la tecnologia siano progettati per lavorare insieme senza problemi. I sistemi di cybersecurity che funzionano correttamente saranno in grado di rilevare, rintracciare e correggere i potenziali punti deboli e le vulnerabilità nel sistema prima che possano essere sfruttati da un hacker o da un software dannoso.

 

Tipi di sicurezza informatica

I diversi tipi di sicurezza informatica includono:

Sicurezza delle applicazioni

La sicurezza delle applicazioni è l’implementazione di varie difese all’interno di software e servizi aziendali per proteggersi da una serie di minacce diverse. Questo tipo di sicurezza informatica richiede la progettazione di applicazioni sicure per ridurre al minimo gli accessi e le modifiche non autorizzati.

La sicurezza dei dati

La sicurezza dei dati implica l’implementazione di solidi sistemi di archiviazione dei dati progettati specificamente per proteggere le informazioni durante l’archiviazione e durante il transito.

Sicurezza della rete

La sicurezza di rete si concentra sulla protezione di un’azienda da minacce sia esterne che interne implementando sistemi hardware e software progettati specificamente per proteggere la rete e l’infrastruttura dell’azienda da uso improprio, interruzioni e accessi non autorizzati.

Sicurezza mobile

Quando si utilizzano dispositivi mobili, come telefoni cellulari, laptop e tablet, dovrebbero essere anche utilizzate misure di sicurezza mobile per proteggere le informazioni archiviate su tali dispositivi da una serie di minacce diverse.

Sicurezza cloud

La maggior parte delle applicazioni e dei sistemi cloud (AWS, Google, Microsoft e così via) utilizza misure di sicurezza cloud. Esse per proteggere gli utenti da varie minacce.

 

L’importanza di avere un sistema di sicurezza informatica

I costi da sostenere in caso di attacco informatico possono essere particolarmente onerosi dal punto di vista economico ed addirittura incalcolabili dal punto di vista reputazionale.

È quindi importante che le aziende e le organizzazioni adottino policy e procedure adeguate a gestire e, se possibile, prevenire eventuali rischi e minacce informatiche. Inoltre, è di fondamentale importanza la formazione del proprio personale in materia di cybersecurity e l’assunzione di personale specializzato e certificato.

 

Se desideri saperne di più su cos’è la sicurezza informatica e come funziona puoi visitare il nostro sito Webhosting24.it

28 Dic

Cloud: ecco tutto quello che c’è da sapere

La tecnologia cloud è in costante aumento, ma che cos’è esattamente? Come funziona l’archiviazione dei file? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo servizio? Questo articolo affronterà queste domande e spiegherà i termini più importanti del cloud computing.

 

Che cos’è il cloud computing?

La definizione di cloud o ‘cloud computing’ potrebbe sembrare un po’ ostica da comprendere. Essenzialmente, si tratta di una vasta rete di server remoti collegati tra loro in tutto il mondo e pensati per funzionare come un unico ecosistema. Questi server sono progettati per archiviare e gestire dati, per eseguire applicazioni, fornire contenuti o servizi come streaming di video, web mail, social media o software per la produttività dell’ufficio. Sostanzialmente, invece di accedere ai file e ai dati da un computer locale o personale, ti permette di accedere online da qualsiasi dispositivo compatibile con Internet rendendo le informazioni sempre disponibili ovunque tu vada e ogni volta che ne hai bisogno.

Le aziende utilizzano quattro diversi metodi per distribuire le risorse cloud. Esiste un cloud pubblico che condivide risorse e offre servizi al pubblico su Internet, un cloud privato che non è condiviso e offre servizi su una rete interna privata tipicamente ospitata on-premise, un cloud ibrido che condivide servizi tra cloud pubblico e privato a seconda dello scopo e un cloud di comunità che condivide le risorse solo tra organizzazioni, ad esempio con le istituzioni governative.

 

Cloud pubblico, privato e ibrido

 Il cloud pubblico è un servizio di elaborazione offerto da fornitori di terze parti sulla rete Internet pubblica, ed è disponibile per chiunque desideri utilizzarlo o acquistarlo. Può essere gratuito o venduto su richiesta.  Consente ai clienti di pagare solo in base all’utilizzo per cicli di CPU, di archiviazione o di larghezza di banda che consumano.

A differenza dei privati, i pubblici possono salvare le aziende dai gravosi costi di acquisto, gestione e mantenimento dell’hardware e dell’infrastruttura applicativa in sede. Questo perché  il provider di servizi di questa tecnologia è ritenuto responsabile di tutta la gestione e la manutenzione del sistema.

I cloud pubblici possono anche essere implementati più velocemente e ogni dipendente di un’azienda può utilizzare la stessa applicazione da qualsiasi ufficio o filiale. Utilizzando il proprio dispositivo preferito purché possa accedere a Internet. Nonostante siano stati rilevati problemi di sicurezza negli ambienti che utilizzano questa tecnologia in chiave pubblica. Se implementato correttamente, questa tecnologia pubblica può essere sicura quanto l’implementazione di una privata. Viene gestito in modo più efficace se il provider utilizza metodi di sicurezza adeguati, come i sistemi di rilevamento e prevenzione delle intrusioni (IDPS).

 

Il cloud privato è un servizio di elaborazione offerto su Internet o su una rete interna privata a uso esclusivo di un utente anziché di un pubblico in generale. Il cloud computing privato offre molti dei vantaggi di un cloud pubblico con l’aggiunta di maggiore controllo e personalizzazione. Inoltre, i cloud privati ​​offrono un livello più elevato di sicurezza e privacy attraverso il firewall. L’hosting interno che garantiscono che operazioni e dati sensibili non siano accessibili a provider di terze parti.

Per quello privato possono essere forniti due modelli di servizi. Il primo è l’infrastruttura IaaS che consente di utilizzare risorse infrastrutturali come l’elaborazione, la rete e l’archiviazione come un servizio. Il secondo è la piattaforma PaaS che consente a un’azienda di fornire dalle semplici applicazioni basate su questa tecnologia alle applicazioni aziendali abilitate più sofisticate. Quelli privati ​​possono anche essere combinati con quelli pubblici per creare quelli ibridi.

 

Il cloud ibrido, è un ambiente di elaborazione che combina un data center locale (chiamato anche privato) con uno pubblico, consentendo la condivisione di dati e applicazioni tra di loro. Alcune persone utilizzano l’ ibrido per includere configurazioni “multi” utilizzando più di uno pubblico oltre al proprio data center locale.

Tra i vantaggi di questa tecnologia in formato ibrido c’è che quando la domanda di elaborazione aumenta le capacità di un data center in sede. Inoltre, si può decidere di utilizzare l’ibrido per aumentare o ridurre istantaneamente la capacità e per gestire quella in eccesso. Inoltre, consente di evitare il tempo e i costi di acquisto, di installazione e di manutenzione di nuovi server.

 

Vantaggi e svantaggi del cloud computing

Se il cloud computing si è così largamente sviluppato negli ultimi anni è perché evidentemente questa formula mediante abbonamento è considerata vantaggiosa da molte imprese e non solo, e in effetti suoi i vantaggi sono numerosi, ma cercheremo di sintetizzarli in questi punti:

Accessibilità, la possibilità di accedere in ogni momento e da ogni dispositivo rende l’utilizzo del cloud facile, veloce e produttivo.

Uso ridotto dell’hardware, non ci sarà bisogno di avere strumenti che occupano molto spazio fisico perché la maggioranza dei dati e dei documenti saranno salvati nel cloud.

Semplicità di gestione, ogni impresa può gestire il cloud computing senza i costi e i problemi tecnici connessi ai server, perché essi sono gestiti a remoto.

Flessibilità, un professionista, una piccola o una grande impresa, probabilmente, non avranno le stesse necessità: il cloud computing permette di scegliere tra abbonamenti flessibili e personalizzati, sulla base della potenza di calcolo e di archiviazione di cui si necessita.

Passando agli svantaggi, preferiamo parlare di ipotesi nelle quali il cloud potrebbe non risultare vantaggioso per un’azienda o un professionista piuttosto che di svantaggi veri e propri.

Come sappiamo, la possibilità di utilizzare questo servizio dipende molto dall’effettiva qualità della connessione internet, e ci sono zone in Italia dove la connessione non è sicuramente al top, questo potrebbe causare problemi con l’utilizzo del cloud.

Per alcune tipologie di attività, il servizio cloud potrebbe avere un costo eccessivo rispetto ai reali vantaggi oppure potrebbe non dare sufficiente spazio o potenza di calcolo (ma in questo ultimo caso basta ricordare che i servizi di cloud computing prevedono spesso dei pacchetti a prezzi diversi ed è possibile acquistare anche la versione Premium).

 

Qual è il futuro del cloud computing?

Il passaggio a questa tecnologia può aiutare le aziende a ripensare i processi aziendali. Oltre che ad accelerare la loro evoluzione e siamo quindi convinti che nonostante sia già largamente diffuso, il suo utilizzo si estenderà sempre di più. Vogliamo però specificare un’ultima cosa: occorre sempre prestare attenzione nello scegliere dei servizi di  computing davvero affidabili, senza fare riferimento solamente al prezzo. Ricordiamoci sempre che questi servizi permettono di catalogare dati e documenti importanti, che vanno sempre tenuti al sicuro. Scegliere un partner affidabile diventa quindi davvero molto importante.  La sicurezza dei dati nel computing deve essere uno dei punti fondamentali nella scelta del tipo di servizio.

 

Per maggiori informazioni su Cloud Server puoi visitare la sezione apposita sul nostro sito 

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21 Dic

VPS: a cosa serve e perché è così importante

Un VPS altro non è che un server privato virtuale, che funziona come un computer separato e che si connette alla rete privata di un’azienda. È utilizzato principalmente con lo scopo di ospitare siti web. Memorizza tutti i dati e i file che compongono il sito, serve la posta elettronica e svolge altre attività aziendali.

I server privati virtuali sono una forma di hosting molto richiesta. Si tratta di un tipo di hosting potente e sicuro destinato alle aziende e ai privati che necessitano di questi requisiti per eseguire le proprie applicazioni specifiche. Inoltre può essere configurato con determinati tipi di misure di sicurezza aggiuntive come firewall e software antivirus.

 

 Come funziona un VPS?

Un hosting VPS quindi simula un server dedicato, anche se in realtà condivide il server fisico con altri utenti separando i tuoi file da quelli degli altri. A livello di sistema operativo funziona proprio come un server privato.

Questo significa che il sito web gestito su questo hosting, vive all’interno di un contenitore sicuro con risorse del server garantite: pensa ad esempio alla memoria, allo spazio su disco, ai core della CPU, ecc… Non dovrai condividerli con altri utenti.

 

VPS, hosting condiviso o hosting dedicato?

Per comprendere meglio come funziona un VPS, è importante acquisire familiarità con alcune basi del web hosting e quindi ecco una breve analisi delle differenze tra hosting condiviso, dedicato e VPS.

Hosting condiviso                                                                                                                                             

L’hosting condiviso è la forma più comune di web hosting. Esso è una buona soluzione per chi sta aprendo un sito web per la prima volta, soprattutto per via dei suoi costi ridotti. Quello che devi sapere è che quando acquisti un piano di hosting condiviso, avrai in comune risorse chiave come CPU, RAM e spazio su disco rigido con altri proprietari di siti web che utilizzano lo stesso server.

E quindi l’aspetto negativo sarà che se qualcun altro sul tuo server condiviso ha un enorme picco di traffico, questo potrebbe influire sulle prestazioni del tuo sito web. In ogni caso, se stai cercando di far decollare il tuo sito e non hai un grande volume di traffico, l’hosting condiviso è un ottimo modo per cominciare.

Hosting dedicato

L’hosting dedicato è l’opposto di quello condiviso. Invece di mettere in comune le risorse (e condividerne i costi) con altri proprietari di siti web, avrai un server dedicato riservato solamente per il tuo sito, ottenendo il controllo sulle tue risorse al 100% e avendo anche la possibilità di personalizzare il software per soddisfare al meglio le tue esigenze. Il contro di questa soluzione è che sicuramente risulterà più costosa.

L’hosting dedicato sicuramente risulta il più adatto per quei siti web che hanno elevate esigenze tecniche come ad esempio: una grande quantità di traffico giornaliero, la necessità di avere un proprio sistema operativo, la gestione di migliaia di transazioni finanziarie o anche la necessità di avere un software personalizzato.

Hosting VPS

Si colloca esattamente a metà fra l’hosting condiviso e quello dedicato. Quando scegli un hosting VPS, ci saranno altri siti web ospitati sullo stesso hardware del tuo, ma il tuo sito web sarà l’unico dominio assegnato al tuo particolare compartimento virtuale. E questo significa che avrai il tuo sistema operativo, il tuo spazio di archiviazione dedicato, la tua CPU, la tua RAM e la larghezza di banda illimitata.

In poche parole con un VPS, otterrai molti dei vantaggi di un hosting dedicato, ma ad un prezzo accessibile.

 

Quando dovresti passare a un hosting VPS?

Il modo migliore per valutare se è necessario eseguire l’aggiornamento a VPS è fare il punto sul proprio sito web. Ecco alcuni segnali che possono rivelarti che è ora di passare all’hosting VPS:

La sicurezza del tuo sito web ti preoccupa

Hai bisogno di funzionalità di sicurezza avanzate, funzionalità di monitoraggio avanzate, più spazio di backup, maggiore affidabilità del sito web? Allora potresti prendere in considerazione il VPS, con il quale otterrai risorse affidabili e potrai contare su funzionalità di sicurezza di prim’ordine.

Inizi ad avere volumi di traffico elevati

Come detto in precedenza, se stai avviando il tuo sito web e non ricevi molto traffico, l’hosting condiviso è la soluzione ideale. Tuttavia, se il pubblico del tuo sito web è in costante crescita, allora prendere in considerazione il VPS potrebbe rivelarsi la scelta più saggia. Questo eviterà di correre il rischio che il tuo sito funzioni lentamente o, peggio ancora, che il tuo server si blocchi perché non in grado di gestirne il traffico. 

Il tuo sito web è molto lento

L’hosting condiviso non è pensato per i siti web che utilizzano grandi quantità di RAM. Man mano che aggiungi sempre più contenuti al tuo sito, inizierai anche a vedere un aumento dei tempi di caricamento. Quando questo accade, è il segnale che stai superando i suoi limiti. L’aggiornamento a un VPS ti consentirà di ridimensionare il tuo sito web senza doverti preoccupare della lentezza dei tempi di caricamento.

Hai un negozio online

Se prevedi di gestire un negozio online, dovresti aggiornare il tuo piano di hosting. Con un VPS, avrai un server virtuale sicuro e dedicato e sarà più probabile superare un test di conformità PCI, lo standard di sicurezza dei dati del settore delle carte di pagamento. Esso è stato stabilito dai principali marchi di carte di credito per proteggere dal furto dei dati dei titolari di carta.

Se accetti carte di credito sul tuo sito web tramite un gateway di pagamento, dovrai garantire la sicurezza delle informazioni finanziarie dei tuoi consumatori e poiché un VPS è più sicuro di un hosting condiviso, rimane l’opzione migliore per i siti web di e-commerce.

 

Come scegliere il miglior piano di hosting VPS per il tuo sito web?

Ora che abbiamo fatto chiarezza su cos’è un VPS parliamo di come sceglierlo e come trovare il miglior provider di web hosting.

Di solito vengono fornite due opzioni di piano:

  1. Servizio VPS autogestito (a volte chiamato VPS non gestito)
  2. Servizio VPS gestito

Se sceglierai un servizio autogestito, allora dovrai essere in grado di occuparti dell’amministrazione del server. Oltre che della risoluzione dei problemi e della gestione delle applicazioni, del software e dei servizi installati sul tuo VPS. Se però non hai familiarità con queste capacità oppure vuoi semplicemente che sia la tua società di hosting a occuparsene, allora dovrai optare per un piano VPS gestito.

Linux o Windows?

Potrebbe sembrare un suggerimento scontato, ma vale la pena menzionarlo: assicurati che il pacchetto di hosting che selezionerai sia compatibile con il tuo sistema operativo.

Affidabilità

Il servizio di hosting VPS dovrebbe avere un up-time (intervallo di tempo in cui un sistema informatico è stato ininterrottamente acceso e correttamente funzionante) almeno del 99,5%. Se l’host-web che stai valutando non garantisce questa soglia, meglio passare oltre.

Hardware

Quando acquisti un pacchetto di hosting VPS, assicurati che il tuo fornitore di servizi offra l’hardware migliore e più recente, inclusa la SSD, la tecnologia di archiviazione più veloce. La SSD facilita l’esecuzione di applicazioni ad alta velocità grazie, in parte, alla mancanza di parti mobili.

Servizio di backup

Immagina di aggiornare il tuo sito e che qualcosa vada storto e di perdere tutto perché hai dimenticato di eseguirne il backup. Questo è un evento fin troppo comune e può costarti molto tempo e denaro. Quando acquisti il ​​servizio VPS, assicurati di scegliere un provider che semplifichi i backup.

 

Pronto per il tuo VPS?

Ora che le cose sono più chiare, tutto si riduce a questo. Se il tuo sito web sta crescendo e inizia ad attirare l’attenzione che merita. Vorrai garantirti che le sue prestazioni siano al passo con la sua crescita. Questo significa aumentare le risorse del tuo sito eseguendo l’aggiornamento a un server VPS.

A questo punto ti starai chiedendo quale VPS scegliere?

Tutti i piani VPS di www.webhosting24.it/vps/  sono veloci, sicuri e affidabili, il che significa che potrai concentrarti su ciò che conta davvero: creare ottimi contenuti per il tuo sito web, mentre al resto penseranno loro.

14 Dic

Server dedicati: cosa sono e come acquistarli

Per poter affrontare e comprendere il complesso tema del server dedicato, è bene iniziare questo articolo andando a definire che cosa sia un server

Un server può essere definito come un computer che ha il compito di erogare un servizio ad un altro dispositivo – definito client – attraverso una connessione privata o pubblica. 

Ogni computer può quindi potenzialmente funzionare da server se riesce a soddisfare una richiesta che proviene da un client.  

Quando avvii una tua attività online, la scelta più conveniente che ti consigliamo di fare è quella di sottoscrivere un piano di hosting condiviso. Esso è uno spazio su un server utilizzato per ospitare anche altri siti web.

Ma se la tua attività sta crescendo così come il traffico sul tuo sito, la soluzione del server condiviso non è più sufficiente.

Ecco che allora potresti pensare ai server dedicati, ovvero dei server tutti per te

Vediamo nel dettaglio cosa sono e perché sono utili per la tua attività.

 

Server dedicati: cosa sono

Detto in parole semplici, un server dedicato non è altro che un computer sempre acceso e sempre collegato a internet tramite un IP fisso, che permette di far puntare un dominio – o anche più di uno – al server. 

Il server dedicato è quindi una sorta formula di noleggio in cui è il provider a fornire un dispositivo, che verrà utilizzato solamente – ed esclusivamente – da un utente. Chi fruisce del servizio lo fa quindi da remoto ed evita tutti quei fastidi potenzialmente legati alla gestione di un dispositivo fisico.

Devi sapere che puoi scegliere tra vari livelli di assistenza nell’ambito della gestione dei server dedicati: 

  • Server dedicati managed: tutta la gestione è delegata interamente al provider, che interviene quindi anche in caso di problemi inerenti la sicurezza o gli aggiornamenti;
  • Server dedicati unmanaged: la risoluzione dei problemi sul server è delegata interamente al cliente. Se decidi di optare per questo tipo di server ti consigliamo di avere però ottime competenze in campo informatico.

 

Le differenze tra server dedicato e server condiviso

La prima differenza che intercorre tra server dedicati e server condivisi riguarda l’uso delle risorse.

All’interno di un hosting condiviso le risorse di un unico server sono distribuite tra i vari siti che lo stesso ospita.

Al contrario, se il sito è ospite di un server dedicato, le sue risorse sono destinate esclusivamente a quel sito.

Sul fronte gestione, negli hosting condivisi i server sono poi gestiti interamente dal provider, ma rappresentano anche l’opzione più semplice per chi ha un primo approccio sul web.

I server dedicati riescono a gestire al meglio grandi volumi di traffico, cosa che invece non succede negli hosting condivisi. 

Se hai scelto un hosting condiviso, devi sapere che la manutenzione viene realizzata esclusivamente da tecnici dell’hosting provider.

Se scegli di usare un server dedicato hai invece due possibilità : managed e unmanaged. 

 

Per chi è utile un server dedicato 

Innanzitutto un server dedicato è utile per chi possiede un sito internet per un’attività. Con il server dedicato il sito si apre molto velocemente ed è possibile scaricare in poco tempo i suoi contenuti. Tutto questo produce una concreta facilità di contatto con i possibili clienti.

Un aspetto da considerare è che questo servizio rende sempre raggiungibile il sito. E’ ormai consolidato che un visitatore accresce la propria fiducia nei confronti di chi propone servizi o prodotti online che sono sempre disponibili.

Inoltre è con un server dedicato che si ha l’opportunità di fornire a ciascun cliente un servizio puntuale e preciso, cosa che invece è impossibile avere scegliendo di utilizzare un hosting condiviso.

Ma oltre a chi commercializza su internet, questa tipologia di server è particolarmente utile anche per i web-designer e i grafici

 

I vantaggi di un server dedicato

Usufruire di un servizio hosting dedicato porta con sé tutta una serie di innumerevoli vantaggi che ad esempio un server condiviso non può garantire. 

Innanzitutto i server dedicati hanno una migliore velocità di connessione – anche se comunque dipende sempre dalla larghezza di banda contrattualizzata con il provider, oltre che dal numero di connessioni. In ogni caso, se hai la possibilità di utilizzare in modo esclusivo tutte le risorse del server, hai anche enormi benefici in termini di velocità e stabilità della connessione web.

Un altro vantaggio molto importante è senza dubbio la flessibilità. Questo perché un servizio hosting dedicato permette all’utente di poter gestire il server in completa autonomia. Il cliente che usufruisce di questo servizio può installare tutti i servizi e tutti i software di cui il proprio sito ha bisogno. E lo fa senza limiti o restrizioni.

Un ulteriore vantaggio è la maggiore sicurezza. L’utente ha infatti la possibilità di installare firewall personalizzati o qualsiasi altro aggiornamento di sicurezza.

Infine un server dedicato fornisce al cliente una tutela maggiore da anomalie, rallentamenti, blocchi o down del sito causati da terzi. Questa garanzia non si può avere nel caso dei server condivisi, proprio perché i siti ospitati sono diversi.

 

Come capire se hai bisogno di un server dedicato 

Il server dedicato è ad oggi uno dei più potenti disponibili sul mercato. Vediamo come capire se hai davvero bisogno di un server dedicato – o se iniziare a valutare l’idea.

 

  • Il tuo sito web è in crescita e devi gestire l’aumento di traffico

Se prevedi che il tuo sito web crescerà rapidamente, optare per un server dedicato potrebbe essere un’ottima idea. 

Se usi l’hosting condiviso, nel momento in cui il tuo traffico aumenta le sue prestazioni potrebbero diminuire. Questo genera frequenze di rimbalzo elevate.

 

  • Ritieni che la sicurezza sul tuo sito web sia fondamentale 

Per ogni sito web la sicurezza è importante, ma lo è ancora di più per coloro che gestiscono informazioni sensibili.

Con un server sei completamente responsabile della sicurezza del tuo sito. Questo vuol dire anche che puoi ottimizzare tutte le funzionalità necessarie per i requisiti specifici del sito e dei file memorizzati.

 

  • Vuoi ottimizzare i tempi di caricamento

Le pagine lente possono portare a soglie di coinvolgimento veramente molto basse. Un server dedicato può aiutarti ad ottimizzare anche questo aspetto. 

Infatti, su un hosting condiviso non saprai mai quando le risorse del server sono utilizzate altrove. Questo porta a un rallentamento del tuo sito.

 

  • Vuoi avere il controllo sul tuo server 

L’hosting dedicato ti fornisce completa responsabilità sul come scegli di utilizzare il server.

Sei quindi libero di scegliere quale software per web server utilizzare. Per questo motivo questa tipologia di server è un’opzione molto allettante per tutti gli sviluppatori web avanzati.

 

Cosa considerare nella scelta di un server dedicato 

E’ necessario tenere in considerazione alcuni parametri, come ad esempio la CPU e la RAM del server, ma anche lo spazio su disco di cui hai bisogno e la previsione del numero di connessioni giornaliere.

Altri fattori da considerare sono: 

  • La facilità di utilizzo del pannello di controllo;
  • La sicurezza garantita dal firewall messo a disposizione;
  • Gli orari dell’assistenza tecnica.

 

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07 Dic

PEC: cos’è, come attivarla e quali sono le migliori

Ad oggi inviare e ricevere file e documenti sono ormai diventate operazioni molto semplici e veloci. Questa semplicità e velocità sono rese possibili grazie alla diffusione di tecnologie digitali sempre più evolute.   

L’importante però è che queste operazioni avvengano in totale sicurezza, perché spesso i documenti che ad esempio vengono scambiati tramite email sono di grande importanza e necessitano di essere protetti – pensiamo ad esempio ai dati sensibili al loro interno.

Ma talvolta è anche importante individuare e attestare il momento esatto dell’invio e quello di ricezione del messaggio stesso.

Ecco che allora ci viene in aiuto la PEC, ovvero la Posta Elettronica Certificata, uno strumento ormai entrato a far parte del nostro uso comune. 

Nonostante le sue funzioni e i suoi innumerevoli vantaggi, la PEC italiana costituisce oggi un servizio totalmente esclusivo nel panorama europeo.

In questo articolo scoprirai quindi tutto ciò che c’è da sapere sulla Posta Elettronica Certificata, dal suo significato a come attivarla. 

 

PEC: che cos è?

L’istituzione della Posta Elettronica Certificata risale a circa 12 anni fa. Ad oggi è obbligatoria per la Pubblica Amministrazione, per le aziende e per i professionisti, ma viene sempre più spesso utilizzata anche dai “normali” cittadini. 

La Posta Elettronica Certificata può essere definita come un sistema un sistema informatico che permette ai suoi utenti di poter inviare e ricevere email con validità giuridica. Per legge si possono equiparar a una raccomandata A/R – con l’attestazione dell’orario esatto di spedizione. Rispetto alla raccomandata con ricevuta di ritorno, l’efficacia della PEC è di gran lunga maggiore – grazie alle sue intrinseche caratteristiche.

Inoltre grazie ai protocolli di sicurezza che vengono utilizzati, la PEC garantisce la certezza del contenuto, non rendendo quindi possibile nessun tipo di modifica – sia del messaggio sia degli eventuali allegati. Si tratta di un aspetto molto utile, soprattutto nel caso di comunicazioni importanti con la Pubblica Amministrazione. 

Un’altra caratteristica fondamentale della PEC è che questa rilascia al mittente una ricevuta che attesta il compiuto invio del messaggio. Se inoltre si invia un messaggio ad un altro indirizzo PEC, si riceve anche una comunicazione che garantisce la sua consegna. 

Inoltre per ogni fase del trasferimento viene inserito anche un riferimento di ora e data inerenti i “movimenti” del messaggio. 

I messaggi PEC rappresentano quindi dei veri e propri documenti digitali con pieno valore legale. Per renderli una corrispondenza con rilevanza giuridica tali documenti dovranno essere conservati a norma di legge per 10 anni. 

 

Come funziona la PEC?

Vediamo adesso in concreto come funziona la PEC:

  • il mittente della comunicazione prepara il messaggio con gli eventuali allegati, proprio come se scrivesse una semplice email; 
  • gestore della casella PEC del destinatario del messaggio provvede ad “impacchettare” l’email preparata dal mittente; 
  • il destinatario di tale comunicazione deve a sua volta appoggiarsi a un gestore di posta elettronica certificata; 
  • gestore della casella PEC intestata al destinatario provvederà poi a raccogliere e rendere disponibile il messaggio al destinatario. 

Come abbiamo anticipato, il mittente e il destinatario possono essere privati, oppure possono essere imprese, associazioni, enti o pubbliche amministrazioni.

Una casella PEC può comunicare anche con una casella di posta elettronica ordinaria. Ciò che cambia è che una volta arrivato a destinazione, il messaggio non può generare alcuna ricevuta di accettazione al mittente – viene meno una parte importante del procedimento.

 

Ecco quando si usa la PEC 

Le aziende possono ad esempio eliminare del tutto la comunicazione cartacea con fornitori e clienti, inviando contratti e fatture secondo questa procedura – risparmiando anche notevoli costi legati alla stampa dei documenti. 

I privati possono invece inviare documenti alla Pubblica Amministrazione. 

In sintesi, con la PEC potrai:

  • Inviare documenti a Enti Pubblici
  • Mandare documenti per gare di appalto
  • Inviare stipendi ai dipendenti 
  • Convocare assemblee e giunte
  • Disdire polizze e contratti di fornitura
  • Inoltrare circolari e direttive ufficiali

Ricorda sempre che la PEC ha valore legale e consente l’opponibilità a terzi dell’avvenuta consegna.

Il valore legale rimane inalterato anche se i messaggi vengono inviati tra utenti che utilizzano differenti gestori PEC.

 

La sicurezza è il miglior vantaggio 

Oltre alla semplicità, la sicurezza è uno dei grandi vantaggi per chi utilizza la PEC. Questa si basa infatti su trasferimenti dati crittografati e su protocolli di sicurezza come:

  • POP3s
  • IMAPs
  • SMTPs
  • HTTPs

Questo ti permette di essere al sicuro dai malintenzionati. Considera inoltre che è un sistema più economico rispetto a fax o raccomandate. E’ poi molto più comodo anche da gestire, soprattutto per chi si trova spesso fuori ufficio – basta avere il cellulare dietro. 

 

Come attivare la PEC

La PEC può essere richiesta e attivata rivolgendosi unicamente ai gestori accreditati autorizzati dall’AgID – Agenzia per l’Italia digitale. E’ proprio questo ente ad occuparsi della vigilanza sui servizi digitali, oltre ad avere il compito di qualificare chi eroga questi servizi digitali.

Puoi visitare l’elenco dei gestori di PEC autorizzati qui

Una volta che avrai attivato la PEC, la casella può essere configurata semplicemente utilizzando i più diffusi client di posta elettronica.

 

Ecco i migliori gestori

Ad oggi sono diversi i gestori autorizzati a rilasciare la PEC.

Ecco però quali secondo noi sono al momento i migliori sul mercato: 

  • PosteItaliane: un servizio piuttosto economico e ideato per gli utenti privati. Sono però previsti anche piani business per i professionisti e per le aziende; 
  • PEC.it: Aruba – nota per i suoi servizi di hosting – offre anche la possibilità di aprire un account PEC attraverso questo servizio. Presenta dei piani abbastanza economici;
  • LiberoMailPEC: permette di aprire una casella PEC sottoscrivendo uno dei piani MailPEC disponibili;
  • Virgilio PEC: piani un po’ più costosi, ma ugualmente sicuri ed affidabili.

 

Chi è obbligato ad avere la Posta Elettronica Certificata

Data la sua natura e la sua funzione, ci sono specifici soggetti che vengono obbligati dalla legge a possedere la PEC. 

Ecco quali sono:

  • Liberi professionisti: da fine 2009 tutti quei professionisti che sono iscritti a un albo devono dotarsi di PEC;
  • Privati: sia aziende sia partite IVA;.
  • Settore pubblico: è obbligatoria in tutte le pubbliche amministrazioni.

 

Se hai dubbi o vuoi semplicemente approfondire il tema, non esitare a contattarci alla nostra mail: info@webhosting24.com